2007-07-13 19:19:54

Corea del Sud: Reazione alla sentenza sul feto non essere umano fino alle foglie


SEOUL, 13lug07 - “Verdetto deplorevole e sconvolgente”. Così la comunità cattolica sudcoreana ha voluto bollare la sentenza della Corte Suprema sudcoreana secondo la quale un feto non può essere considerato un essere umano fino a che non iniziano le doglie della madre. La sentenza ha scatenato aspre polemiche nella Corea del Sud. La Corte Suprema in sede di appello da parte di una ostetrica, accusata di omicidio colposo in un caso d’aborto sopravvenuto dopo il diniego dell’ostetrica stessa ad un parto cesareo, ha sentenziato che “seppure fosse disponibile l’opzione del parto cesareo, dati i cinque chili di peso del feto e le 42 settimane di crescita nell’utero materno, non si può parlare di omicidio perché il feto non è da considerarsi un essere umano fino al travaglio materno”. Secondo il sacerdote Lee Dong-ik, docente di Medicina presso l’Università Cattolica di Corea, questa sentenza “è una sconfitta sociale: viviamo in una società che riesce, grazie ai progressi della medicina, a salvare un bimbo di 21 settimane. E’ inaccettabile che un altro bimbo, praticamente già nato, non sia nemmeno un essere umano”. “Ogni Paese – ha aggiunto il sacerdote - ha delle piccole differenze in campo legale su dove inizi o come considerare la vita, ma nessuno oltre ai giudici coreani ha mai stabilito che un bambino non nato non sia un essere umano”.
(Asianews-MANCINI)








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