Filippine Vescovi esprimono dubbi e perplessità su nuova legge anti-terrorismo
MANILA, 10 lug 07 - A pochi giorni dall’entrata in vigore nelle Filippine della
nuova legge anti-terrorismo promulgata lo scorso marzo dalla Presidente Gloria Magacapal
Arroyo, i vescovi del Paese esprimono forti perplessità e dubbi sul provvedimento
che sospende, in nome della lotta la terrorismo, le libertà civili. In pratica, sulla
falsariga del Patriot Act statunitense, esso permetterà alle forze dell’ordine
di intercettare, ascoltare e registrare conversazioni di gruppi e persone anche solo
sospettate e di arrestarle senza mandato. In occasione di un ricevimento di commiato
offerto nei giorni scorsi dalla Presidente Arroyo per la partenza del Nunzio Apostolico
nelle Filippine Fernando Filoni, i vescovi hanno sollevato una serie domande e obiezioni
sui criteri in base ai quali una persona può venire marchiata come un potenziale terrorista
e sulle autorità preposte a deciderli. Secondo i vescovi, in mancanza di indicazioni
chiare, il rischio è che, come è accaduto negli Stati Uniti, vengano arrestate persone
innocenti e che quindi vengano perpetrate gravi violazioni dei diritti umani. Di qui
la richiesta di una revisione del testo. Obiezioni e richieste che l’episcopato ha
confermato durante i lavori della plenaria che si è conclusa domenica a Manila. Nella
dichiarazione finale i presuli rilevano che la definizione di “attività terroristiche”
presente nella legge “è troppo ampia, e permette al governo di farvi rientrare qualunque
cosa”. (Ucan – ZENGARINI)