2007-07-05 12:33:39

Dopo l’appello del Papa per la pace in Colombia, i vescovi colombiani chiedono il rilascio dei sequestrati e indicono una giornata di preghiera 


A pochi giorni dall’appello di Benedetto XVI, all'Angelus di domenica scorsa, per la fine delle violenze e dei sequestri in Colombia, i vescovi colombiani, riuniti in assemblea plenaria, hanno ribadito “con forza” in un comunicato, a firma del loro presidente, l’arcivescovo di Tunja, mons. Luis Augusto Castro Quiroga, “la necessità di arrivare a un accordo umanitario che consenta il ritorno a casa, sane e salve, di tutte le persone oggi private dalla loro libertà”. I presuli colombiani celebreranno la Santa Messa, oggi a mezzogiorno ora locale, presso il Duomo di Bogotà per implorare da Dio pace e riconciliazione. A loro si uniranno i fedeli di tutte le parrocchie della Colombia, dove verrà celebrata l’Eucaristia. Il nostro servizio: RealAudioMP3

 “Esigiamo la liberazione di tutti i sequestrati, uomini e donne, senza alcuna condizione”: questa la viva esortazione dei vescovi colombiani. I presuli riprendono il vibrante appello di Benedetto XVI all’Angelus di domenica scorsa, dopo l’uccisione di undici deputati del dipartimento della Valle del Cauca, tenuti in ostaggio dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) da cinque anni. Riascoltiamo le parole del Santo Padre:

 
“Mentre elevo preghiere in loro suffragio, mi unisco al profondo dolore dei familiari e dell’amata nazione colombiana, ancora una volta funestata dall’odio fratricida. Rinnovo il mio accorato appello affinché cessi immediatamente ogni sequestro e vengano restituiti all’affetto dei loro cari quanti sono tuttora vittime di tali inammissibili forme di violenza”.
 
Nel comunicato, i presuli colombiani offrono la loro disponibilità per procedere alla consegna ai parenti dei corpi dei deputati e del maggiore dell'esercito regolare, Guevara Castro, morto il 28 gennaio 2006, mentre era nelle mani dei rapitori. Esprimendo, quindi, solidarietà e partecipazione alle famiglie dei rapiti, i vescovi condannano duramente la pratica del sequestro, definita “un gravissimo attentato contro la vita, del quale siamo tutti responsabili, che colpisce non solo la persona sequestrata, ma anche i suoi affetti, la società colombiana e, infine, l’intera nazione”. “Di fronte a un tale disprezzo per la vita – aggiungono i vescovi – dobbiamo proclamare ancora” il suo “carattere sacro”, “in quanto dono di Dio”. Infine, i vescovi rinnovano il loro impegno per continuare a lavorare con tutte le comunità allo scopo di individuare “autentici cammini di perdono, riparazione, riconciliazione e verità”. “Perciò – esortano – convochiamo tutti, uomini e donne di buona volontà, a esprimere pubblicamente sentimenti di solidarietà, rifiutando ogni forma di violenza, da qualsiasi parte essa provenga”. E concludono: “Apriamo le nostre chiese affinché tutti possano rivolgersi al Principe della pace, Gesù Cristo, e chiedergli ciò che aneliamo: la sua pace”. (A cura di Luis Badilla e Roberta Moretti)







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