Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti alla gente
di mare: "Siate testimoni di speranza per un umanesimo cristiano nel mondo marittimo"
“Vogliamo essere solidali con voi come testimoni di speranza": è quanto si legge nel
messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
alla gente di mare dal titolo “Testimoni di speranza per un umanesimo cristiano nel
mondo marittimo”. Il documento è stato diffuso in occasione del XXII Congresso mondiale
dell’Apostolato del Mare, che si è concluso nei giorni scorsi a Gydnia, in Polonia,
sul tema “In solidarietà con la Gente del Mare, testimoni di speranza con la Parola
di Dio, la Liturgia e la Diaconia”. “Noi conosciamo e denunciamo assieme a voi l’esistenza
di numerose situazioni disumane che continuano a persistere nel mondo – si legge nel
messaggio indirizzato a comunità costiere e professionisti del mare – esseri umani
che subiscono ancora grandi ingiustizie, sofferenze indicibili e morti disumane. Sappiamo
anche, però, che molti di voi vivono valori autentici di solidarietà e coraggio e
che, sulle navi, ci sono relazioni amichevoli tra persone di culture e religioni differenti”.
Nel
documento si invitano le istituzioni a mettere a disposizione di comunità costiere
e professionisti del mare le nuove tecnologie per consentire una migliore comunicazione
con le famiglie e con l’opinione pubblica. Per il Pontificio consiglio della Pastorale
per i Migranti e gli Itineranti non poter accedere alla moderna tecnologia “o non
sapersene servire contribuisce ad allargare il fossato che separa coloro che sanno
da coloro che non sanno, cioè i poveri di sempre. In effetti, talune imprese utilizzano
queste tecnologie per sottoporvi a ritmi di lavoro da robot, a detrimento del vostro
equilibrio umano, familiare e spirituale”. “Mediante la Speranza cristiana – si legge
ancora nel testo – Cristo ci chiede di rivolgerci a Dio come spesso facciamo di fronte
all’immensita’ del mare". "Egli ci chiede di adorare il Creatore, di rispettare il
creato, di voltare le spalle ai falsi idoli, di celebrare quel Dio che ci ha fatti
per Lui e che ha impresso nei nostri cuori il sigillo dell’infinito". Infine, conlude
il documento "attraverso la Speranza cristiana, Cristo, Sacerdote e Diacono, ci chiede
di servire la gente del mare laddove siamo presenti, presso le pubbliche istanze,
i diversi responsabili e le comunità cristiane, affinchè non voltino le spalle al
mare ma prestino attenzione a coloro che vivono sul mare e del mare”. (A cura di
Tiziana Campisi)