Stati Uniti Coalizione religiosa contro il Military Commission Act che legalizza la
tortura
WASHINGTON, 29 giu ’07 - Negli Stati Uniti, una coalizione di organizzazioni
religiose, cui diverse cattoliche, è tornata a fare sentire la propria voce contro
la legittimazione de facto dell’uso della tortura nel Paese in nome della lotta al
terrorismo. Sotto accusa la Military Commission Act, la controversa legge varata nel
2006 che sospende l’Habeas Corpus per i cittadini stranieri sospettati di terrorismo.
Insieme ad altre organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International,
la Coalizione ha organizzato una manifestazione a Washington per chiedere l’urgente
revisione del provvedimento che tutela, tra l'altro, i segreti relativi alle prigioni
della Cia e autorizza le severe procedure adottate per interrogare i detenuti stranieri
nelle carceri americane. “La tortura, quale che sia la sia forma, degrada la dignità
qualsiasi essere umano”, ha ricordato alla presentazione dell’iniziativa mons. Walter
F. Sullivan, vescovo emerito di Richmond. Il presule, già presidente di Pax Christi
USA, ha ricordato che diversi vescovi hanno già condannato espressamente questa pratica
immorale. Nel giugno 2006 l’arcivescovo emerito di Washington, cardinale Theodore
McCarrick, aveva sottoscritto una petizione pubblicata sul New York Times che definiva
la tortura come un atto “moralmente inaccettabile” e chiedeva al Congresso e all’Amministrazione
americana di vietare espressamente “eccezioni agli standard internazionali sui diritti
umani”. Dello stesso tenore un’altra dichiarazione sottoscritta lo scorso novembre
dal Presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti William S. Skylstad,
vescovo di Spokane. La Campagna religiosa nazionale contro la tortura è stata lanciata
nel 2006 sull’onda delle aspre critiche suscitate in America e nel mondo dai metodi
illegali di detenzione e dai maltrattamenti inflitti ai prigionieri nella base americana
di Guantanamo e in Iraq. (Cns – ZENGARINI)