Morto in un incidente aereo il padre cappuccino Giorgio Zulianello
Sciagura aerea in Angola: un Boeing 737 delle linee angolane Taag si è schiantato
ieri in fase di atterraggio a M'Banza Congo. L'impatto ha provocato la morte di 6
persone, tra le quali il missionario cappuccino padre Giorgio Ziulianello. Il servizio
di Amedeo Lomonaco:
L'aereo,
con a bordo 78 persone, ha perso stabilità al momento di un atterraggio di emergenza
e si è schiantato contro un edificio nel nord dell'Angola, vicino al confine con la
Repubblica Democratica del Congo. In base alle prime ricostruzioni, l'esplosione di
due pneumatici ha fatto perdere il controllo al pilota. Il velivolo è della compagnia
angolana Taag, inserita dall'Unione Europea nella lista dei vettori aerei che saranno
banditi dai cieli europei. L'incidente ha provocato la morte di 6 persone, tra cui
padre Giorgio Zulianello, missionario dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e da
35 anni in Angola. Padre Giorgio era un punto di riferimento per l'intera comunità
della missione di M'banza Congo, nel nord dell'Angola. Anche nei momenti più difficili
non perdeva mai la speranza di poter affrontare gravi emergenze: in particolare, durante
i tempi bui della guerra civile che ha drammaticamente segnato la storia recente dell'ex
colonia portoghese, padre Giorgio ha sempre riposto la propria fiducia verso la bontà
dell'animo umano. Ogni volta che tornava cercava sempre di coinvolgere il maggior
numero di persone per dare sostegno alle attività caritative della propria missione.
Seguendo lo spirito più autentico e profondo del Vangelo, padre Giorgio ha poi sempre
cercato di aiutare i più bisognosi. Ha dedicato la propria vita, soprattutto, alla
formazione dei giovani. Non è un caso che anche ieri ci fosse al suo fianco uno di
quei giovani: si tratta di una ragazza, rimasta gravemente ferita, che padre Giorgio
aveva deciso di aiutare sottraendola ad una drammatica realtà di stenti e abusi. Per
un ricordo del missionario cappuccino, ascoltiamo frate Pietro, raggiunto telefonicamente
a Luanda da Massimiliano Menichetti: R.
– Lui è arrivato nel ’72 come cooperatore in varie missioni e dal ’92 è stato superiore
o parroco a M’Banza Congo. Gli ultimi 15 anni li ha passati là.
D.
– Sempre vicino ai bisognosi...
R. – Sì, noi siamo
impegnati in primo luogo nella pastorale. Oltre alla pastorale, lui ha organizzato
un centro di raccolta per i ragazzi emarginati dalle famiglie, perché considerati
portatori di sfortuna e fautori di malocchio. Lui aveva accolto i primi già nel ’93
e nel ’94, appena arrivato là. Attualmente, siccome il problema è grosso, stava costruendo
un centro, in cooperazione con il governo, per raccogliere questi ragazzi emarginati
ed abbandonati.
D. – Qual è l’eredità che lascia
padre Zulianello?
R. – Noi lo chiamavamo “il patriarca”:
un uomo calmo, accogliente, che sapeva accogliere tutti. Infatti, quando ha cominciato
a manifestarsi il problema di questi bambini che venivano emarginati, lui si è mosso
subito per poterli accogliere e dare loro scuole, una casa, un lavoro. Stava accompagnando
proprio oggi una ragazzina che fa 18 anni in questi giorni. Il governo gli aveva trovato
un posto di lavoro e lui la stava accompagnando, perché trovasse una casa.