Concluso in Polonia il Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare
Volgersi, affidarsi a Dio davanti “... all’immensità del mare, alla sua forza e al
suo splendore” e “promuovere un umanesimo marittimo vivificato dalla Speranza cristiana”.
Parole solenni e impegnative, ma insieme semplici e consolatorie, hanno risuonato
questa mattina sulle rive del Baltico, a Gdynia, in Polonia, dove si è concluso il
XXII Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare, organizzato dal Pontificio Consiglio
della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Il servizio di Pierluigi Natalia:
Per questo
appuntamento, l’Apostolato del Mare aveva voluto darsi un tema di forte impegno pastorale:
“In solidarietà con la Gente del Mare, testimoni di speranza con la Parola di Dio,
la Liturgia e la Diaconia”. Questa convinzione ritorna nel Messaggio che il Congresso
ha rivolto al mondo marittimo, dopo sette giorni di intensi lavori ai quali il cardinale
Renato Raffaele Martino e l’arcivescovo Agostino Marchetto, presidente e segretario
del Pontificio Consiglio, hanno assicurato una presenza continua e un contributo prezioso
di indirizzo e di ascolto, di stimolo e di sintesi.
Testimoniare
speranza, dunque. Portare questo dono prezioso e irrinunciabile alla “gente di mare”,
ai marinai e ai pescatori che sono spesso i più poveri tra i poveri, ma anche a quanti
al mare si accostano per ricercarvi, persino in modo appena cosciente, una dimensione
meno alienante del tempo libero, del riposo, del turismo. A chi sulle navi lavora,
l’Apostolato del Mare assicura vicinanza e concreta solidarietà nella sua condizione
sempre difficile, spesso dolente, troppo spesso drammatica. Senza equivoci è la denuncia
di come alcuni progressi materiali e nuove tecnologie, lungi dal tradursi in vantaggio,
spesso diventino strumenti per imporre altro peso ai marinai e ai pescatori, obbligandoli
a ritmi da automi, in spregio dei loro diritti e del loro equilibrio umano, familiare
e spirituale.
Ma oggi dalle rive del Baltico è stato
ricordato che il mare è anche un luogo della speranza e della verità; è stato ricordato
che quanti vi trascorrono e vi affidano la vita conservano autentici valori di solidarietà
e vero coraggio e realizzano “convivenze amichevoli tra personalità, culture e religioni
diverse”.
Da Gdynia, l’Apostolato del Mare riprende
la sua navigazione con piena coscienza delle incertezze e dei pericoli che si sperimentano
ogni giorno, ma anche con maggiore convinzione sulle rotte da seguire nell’annuncio
della Parola di Dio, nella Liturgia e nella Diaconia di servizio, soprattutto ai più
poveri.
A Maria, la Stella Maris, è affidato l’impegno
a promuovere questo umanesimo marittimo, a farsi sempre più testimoni di speranza
in solidarietà con la gente del mare”. (Da Gdynia, per la Radio Vaticana, Pierluigi
Natalia)