Domani, aperte eccezionalmente al pubblico 15 catacombe cristiane del centro-sud Italia,
con servizio gratuito di guide
Accrescere la conoscenza del prezioso patrimonio di fede costituito dalla testimonianza
dei primi martiri e della prima comunità cristiana della Chiesa di Roma: questo, il
senso delle iniziative promosse domani dalla Pontificia Commissione di Archeologia
Sacra, in vista della memoria liturgica dei Santi Protomartiri Romani, che ricorre
il prossimo 30 giugno. Ce ne parla Roberta Moretti:
“Alcuni,
ricoperti di pelli di belve, furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocefissi,
ad altri fu appiccato il fuoco al termine del giorno, in modo che servissero da illuminazione
notturna”: il macabro racconto dello storico Cornelio Tacito, nel XV libro degli Annales,
riassume tutta la crudeltà dei supplizi inflitti da Nerone ai primi cristiani, i Santi
Protomartiri romani. “Pene ricercatissime”, applicate in seguito al terribile incendio
scoppiato a Roma il 19 luglio del 64 d.C.. Per diffondere la straordinaria testimonianza
di questi primi “campioni della fede”, che pagarono con la vita la scelta di seguire
Cristo, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra apre domani eccezionalmente
al pubblico, con servizio di guide gratuite, 15 catacombe cristiane situate a Roma
e nel Lazio, in Toscana, Umbria, Campania e Sicilia. Luoghi di fede che, nell’originaria
denominazione di “coemeteria”, ossia “dormitori”, esprimono l’abbraccio di tutta la
comunità cristiana nel momento della morte, premessa e antefatto della “vita vera”,
della Risurrezione, della salvezza finale. Sempre domani, alle 21.00, presso le catacombe
romane di San Callisto, il Dicastero Pontificio promuove la lettura scenica all’aria
aperta delle biografie di alcuni martiri di diverse epoche: da san Tarcisio, a San
Tommaso Moro, al Servo di Dio Rolando Rivi. Un’iniziativa di grande impatto, per diffondere,
con tutta la sua attualità, il valore della testimonianza dei primi martiri anche
per il cristiano del terzo millennio. Istituita nel 1852 da Pio IX, per custodire
i sacri cimiteri, curare la loro conservazione, le esplorazioni, le ricerche, lo studio
e tutelare la memoria dei primi secoli cristiani, i monumenti insigni e le venerabili
Basiliche di Roma, la Commissione di Archeologia Sacra è stata dichiarata Pontificia
da Pio IX, il quale ne ha successivamente ampliato le funzioni. I Patti Lateranensi
hanno riconosciuto la sua autorità e il suo ambito di azione e studio per tutte le
catacombe esistenti sul territorio italiano. Il nuovo Concordato ha poi confermato
queste attribuzioni.