Benedetto XVI ha visitato la Biblioteca e l'Archivio Segreto vaticani: case di scienza
e di cultura aperte a tutti, lontane da polemiche e partigianerie
Importante e suggestiva visita di Benedetto XVI, che questa mattina si è recato presso
la Biblioteca Apostolica e l’Archivio Segreto vaticani, istituzioni che da secoli
- cinque in particolare la Biblioteca - conservano centinaia di migliaia di importantissimi
documenti di carattere storico ed ecclesiale. Nel corso della visita, il Papa ha anche
annunciato le nomine dei prossimi nuovi responsabili della Biblioteca Apostolica e
del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. La cronaca della visita nel
servizio di Alessandro De Carolis:
La
Biblioteca Apostolica una “casa di scienza, di cultura, di umanità”. L’Archivio Segreto
uno “scrigno” per “ricerche erudite” sulla storia antica e contemporanea, aperto senza
preclusioni agli studiosi ma “lontano” dalle sterili polemiche innescate da letture
partigiane della storia. Così, in sintesi, Benedetto XVI ha definito e riconosciuto
il lavoro e più ancora, secondo le parole stesse del Pontefice, “il singolare servizio”
che entrambe le istituzioni rendono da secoli alla Chiesa e al Papa.
Lo
scenario che si è parato davanti agli occhi del Pontefice è tale da togliere il respiro
a uno studioso come Benedetto XVI e a qualsiasi uomo di cultura. Uno sguardo che si
riempie del colpo d’occhio d’insieme - la teoria infinita di libri, di documenti,
di reperti che hanno fatto la storia della Chiesa e dell’umanità - o si fissa sul
singolo tesoro, come il preziosissimo “Codice Vaticano”, manoscritto stilato 1700
anni fa che contiene il testo integrale in greco della Bibbia, o l’inestimabile “Papiro
Bodmer” - donato di recente alla Biblioteca - sul quale 1800 anni fa vennero trascritti
in Egitto i più antichi testi del Vangelo di Luca e di Giovanni mai rinvenuti finora.
E ancora, gli atti originali del processo a Galileo Galilei, un codice autografo di
San Tommaso d’Aquino o le lettere originali di Martin Lutero. Un itinerario del pensiero
e dello spirito che annovera in totale un milione 600 mila stampati, 8300 incunaboli
e 75 mila manoscritti, concentrato negli splendidi ambienti della Biblioteca Apostolica
e dell’Archivio Segreto vaticani, visitati da Benedetto XVI a poche settimane, fra
l’altro, dalla lunga chiusura per ristrutturazione - tre gli anni previsti - della
stessa Biblioteca, a partire dal prossimo 14 luglio.
“Vostro
compito, cari amici che quotidianamente qui operate, è di custodire la sintesi tra
cultura e fede che traspira dai preziosi documenti e dai tesori che custodite, dalle
mura che vi circondano, dai Musei che vi sono vicini e dalla splendida Basilica che
appare luminosa alle vostre finestre”. E spostando l’attenzione
all’Archivio Segreto Vaticano e alla “lungimiranza” di Leone XIII che nel 1881 lo
aprì alla consultazione degli storici, Benedetto XVI ha rilevato l’interesse suscitato
dalla sua decisione, un anno fa, di consentire l’accesso alle carte sul Pontificato
di Pio XI. Tuttavia, ha osservato:
“Ricerche,
studi e pubblicazioni possono a volte far nascere, accanto ad un interesse precipuamente
storico, anche talune polemiche. A questo riguardo non posso che lodare l'atteggiamento
di servizio disinteressato ed equanime che l’Archivio Segreto Vaticano ha reso, tenendosi
lontano da sterili e spesso anche deboli visioni storiche di parte ed offrendo ai
ricercatori, senza preclusioni o preconcetti, il materiale documentario in suo possesso,
ordinato con serietà e competenza”.
Un lavoro
strarodinario, dunque - ha riconosciuto e lodato a più riprese il Papa - svolto con
“umile e quasi nascosto impegno quotidiano”. Un impegno che, in altri tempi, anche
l’allora cardinale Ratzinger avrebbe volentieri affrontato:
“Confesso
che, al compimento del mio settantesimo anno di età, avrei tanto desiderato che l’amato
Giovanni Paolo II mi concedesse di potermi dedicare allo studio e alla ricerca di
interessanti documenti e reperti da voi custoditi con cura, veri capolavori che ci
aiutano a ripercorrere la storia dell’umanità e del cristianesimo. Nei suoi disegni
provvidenziali il Signore ha stabilito altri programmi per la mia persona ed eccomi
oggi tra voi non come appassionato studioso di antichi testi, ma come Pastore chiamato
a incoraggiare tutti i fedeli a cooperare alla salvezza del mondo, compiendo ciascuno
la volontà di Dio là dove Egli ci pone a lavorare”.
Gli
scriptores che lavorano nella Biblioteca Apostolica Vaticana sotto la responsabilità
del bibliotecario di Santa Romana Chiesa hanno il compito della ricerca scientifica
e dell'attività culturale propria della Biblioteca, che è strutturata tra l'altro
in tre "Dipartimenti" - Manoscritti, Stampati e Gabinetto numismatico - e in sette
"Servizi": Laboratorio di restauro, fotografico, Centro di elaborazione dati, Editoria,
Scuola, Mostre e Coordinamento servizi informatici.
Il
Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso è erede del Segretariato per i
non Cristiani, istituito da Paolo VI nel 1964. Giovanni Paolo II ne cambiò la denominazione
con la Costituzione apostolica Pastor Bonus nel 1988. Compito del dicastero
è di favorire e regolare i rapporti con i membri e i gruppi delle religioni che non
sono comprese sotto il nome cristiano ed anche con coloro che in qualsiasi modo sono
dotati di senso religioso.