Nella Repubblica Dominicana, il piombo continua ad avvelenare i bambini di Haina
Oltre il 91% dei bambini di Haina, città portuale della Repubblica Dominicana ritenuta
uno dei dieci posti più inquinati al mondo, ha nel sangue livelli di piombo eccessivamente
elevati, a causa della presenza di un impianto per il riciclaggio di batterie per
auto usate, chiuso una decina di anni fa, ma mai ‘neutralizzato’. La vicenda è nata
quando la compagnia Metaloxa ha aperto nel 1979 l’impianto di riciclaggio nella città,
in teoria tra le più ricche del Paese a causa delle attività portuali e della presenza
di centinaia di industrie, ma in realtà abitata in prevalenza da famiglie povere.
Dopo varie proteste – riferisce l’agenzia MISNA – la Metaloxa ha chiuso l’impianto,
interrato le batterie e serrato il luogo con una porta di metallo, ma le piogge hanno
scavato varchi nel terreno e la miseria ha spinto molti a scavare, per portarsi via
qualsiasi tipo di metallo da rivendere, compreso il cancello che impediva l’ingresso.
A tutt’oggi, molti bambini, per ignoranza o mancanza di controllo da parte dei genitori,
si introducono nel sito per giocare. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti:
con livelli di piombo nel sangue cinque volte più alti di quelli consentiti, numerosi
bimbi e adolescenti restano intossicati e sperimentano gravi forme di infiammazione
al cervello, da cui derivano serie difficoltà di apprendimento (per esempio, a 12
anni non sanno leggere, né scrivere), disturbi alla vista e, in alcuni casi, demenza
irreversibile. Per il momento, la questione resta aperta e lo stesso ministero dell’Ambiente,
nato solo pochi anni fa, stenta a farsi carico del caso in maniera adeguata. (R.M.)