Il commento di don Massimo Serretti alla Natività di San Giovanni Battista
In questa Domenica la Chiesa celebra la Natività di San Giovanni Battista. La Liturgia
ci presenta il Vangelo in cui si racconta la nascita, la circoncisione e l’infanzia
di questo grande profeta, precursore di Cristo, che destava stupore in tutti. E in
molti si domandavano:
“Che sarà mai questo bambino?”. E “davvero la mano
del Signore stava con lui. Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse
in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele”.
Sul
significato di questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don
Massimo Serretti, docente di cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
Ogni
nascita di ogni bimbo è una festa, perché ogni bambino che nasce è un nuovo sì di
Dio all’umanità intera, perchè è il mistero di una nuova e sconosciuta identità, che
viene ad impreziosire la comunità degli uomini. Perché la vita che nasce, la vita
della persona umana, ha un destino di eternità e il suo venire alla luce, ricco di
una forza di attrazione singolarissima, è la forza di ciò che comincia. La Chiesa
festeggia la nascita di questo bambino, avvenuto 2000 anni orsono, per tutti i motivi
citati e per un altro ancora. “Che sarà mai questo bambino?” Si chiedevano tutti.
La sua nascita preparava a quella di un altro Bambino e in tutto quel che la circondava
già si annunciava l’aurora e la vera luce che veniva nel mondo: Gesù Cristo Signore.
Anche nella nascita, come in tutta la sua vita, Giovanni non brilla di luce propria,
ma in lui riluce la gloria di Cristo e proprio qui risiede la sua grandezza.