Messaggio di Benedetto XVI al cardinale Ivan Dias, in occasione del suo 25.mo anniversario
di episcopato
Una vita spesa al servizio del Vangelo e della Chiesa: il Papa tratteggia, così, l’impegno
del cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli,
in occasione della felice ricorrenza del 25.mo anniversario di episcopato, celebrata
il 19 giugno scorso. Benedetto XVI ripercorre le tappe della vita del porporato indiano
fin da quando divenne presbitero nell’arcidiocesi di Bombay. Nel 1964, poi, inizia
a lavorare nel servizio diplomatico E’ in tale contesto che il cardinale Dias si
adoperò per la visita di Paolo VI a Bombay, in occasione del Congresso Eucaristico
Internazionale. Il Papa ricorda gli incarichi rivestiti come pro-nunzio apostolico
in Ghana, Togo e Benin e la nomina alla dignità arcivescovile. Ancora, nel messaggio
si rammentano gli anni a capo della nunziatura presso la Corea del Sud e in Albania,
dove - scrive il Pontefice - il cardinale Dias ha “aiutato a restaurare la fede cattolica”.
Proprio in Albania, nel 1993, il nunzio Ivan Dias accoglierà con gioia e commozione
la visita di Giovanni Paolo II.
Nel 2001, si legge nel messaggio, giunge la
nomina ad arcivescovo metropolita di Bombay e la berretta cardinalizia. “Pastore sollecito
e fedele – sottolinea Benedetto XVI – hai alimentato il tuo gregge con la sana dottrina
e hai promosso la nuova evangelizzazione”. Qualità che lo hanno riportato a Roma,
l’anno scorso, per reggere la Congregazione dell’Evangelizzazione dei Popoli. Il Papa
assicura, dunque, le sue preghiere per il porporato, invocando l’intercessione della
Madonna e della Beata Teresa di Calcutta. Dal canto suo, il 19 giugno, il cardinale
Ivan Dias ha presieduto una solenne concelebrazione Eucaristica nella Cappella del
Pontificio Collegio Urbano. Il porporato, riferisce l’agenzia Fides, ha affermato
nell’omelia di “aver imparato tante lezioni”, soprattutto nel suo servizio reso presso
le nunziature di diverse parti del mondo e di aver avuto modo di toccare la sofferenza
di tante persone che, pur nelle tribolazioni, dimostravano una grande fede nel Signore.
(A cura di Alessandro Gisotti)