Oggi la Chiesa ricorda San Luigi Gonzaga, religioso gesuita, patrono della gioventù:
ha unito carità evangelica, austerità e purezza di cuore. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Luigi
Gonzaga nasce nel 1568: è il figlio primogenito del marchese di Mantova. Sull’Italia
si stende il dominio spagnolo. La penisola comincia a risentire della scoperta dell’America:
le rotte commerciali si spostano dal Mediterraneo all’Atlantico mentre le grandi potenze
attuano una forte espansione coloniale. La Chiesa ha concluso da cinque anni il Concilio
di Trento e avvia un profondo rinnovamento spirituale come risposta al Protestantesimo.
In questo clima Luigi è educato dal padre alle armi e all’affermazione di sé. Ma nel
cuore, anche guidato dalla intensa spiritualità della madre, sente che la sua strada
è un’altra: quella dell’umiltà e dell’affidamento totale a Dio. A 16 anni, vincendo
la strenua opposizione del padre, abbandona eredità e titolo nobiliare per entrare
nella Compagnia di Gesù: si dedica in particolare ai poveri e agli ammalati, distinguendosi
soprattutto durante l'epidemia di peste che colpisce Roma nel 1590. Trova un moribondo
abbandonato sul ciglio della strada: lo raccoglie, trasportandolo sulle spalle fino
a un ospizio. Luigi ne resta contagiato e muore: era il 1591, aveva solo 23 anni.
Luigi Gonzaga voleva “rallegrarsi con quelli che sono nella gioia” e “piangere con
quelli che sono nel pianto”. “Puntiamo le nostre aspirazioni verso il cielo” - diceva
- “Dio mi indica la vera felicità” e di fronte alla sua “bontà divina, mare senza
fondo e senza confini, la mia mente si smarrisce”. Un mirabile esempio di austerità
e purezza evangelica, dunque, che il Papa ieri all’udienza generale ha indicato ai
giovani, ai malati e agli sposi novelli:
“Invocatelo,
cari giovani, perché vi aiuti a costruire un’intima amicizia con Gesù che vi renda
capaci di affrontare con serietà la vostra vita. Questo giovane santo sia per voi,
cari malati, sostegno nel trasformare le sofferenze e le prove quotidiane in privilegiate
occasioni per cooperare alla salvezza delle anime e renda voi, cari sposi novelli,
testimoni di un amore casto e generoso”.