Il Papa esprime il proprio apprezzamento per l'operato del cardinale Martino, che
ha festeggiato i 50 anni di sacerdozio
“Un lungo tratto di ministero, arricchito di lodevoli opere”: così Benedetto XVI qualifica
i 50 anni di sacerdozio del cardinale Renato Raffaele Martino che, ieri pomeriggio,
contornato da parenti, amici ed estimatori, ha celebrato solennemente nella Basilica
Vaticana il suo giubileo sacerdotale. All’Altare della Cattedra facevano da corona
al porporato numerosi cardinali e presuli della Curia Romana e di varie nazioni del
mondo, legati al cardinale Martino da vincoli di amicizia e di stima negli anni del
suo apostolato. Nel messaggio del Santo Padre, inviato per la ricorrenza, sono ricordati
gli “incarichi di sempre maggiore importanza”, svolti dal festeggiato in Segreteria
di Stato, nelle rappresentanze pontificie e nella Curia Romana, “per sostenere i valori
e le ragioni della Chiesa in campi sempre più vasti”. Insieme alle benemerenze per
l’elevazione e la formazione dei fedeli e di tutti gli uomini con attestati di operosità
in vari Paesi del mondo, viene in particolare sottolineata da Benedetto XVI “l’opera
di promozione delle relazioni e della concordia tra i popoli”, realizzata dall’allora
arcivescovo Martino in seno alle Nazioni Unite nei 16 anni trascorsi al Palazzo di
Vetro come rappresentante della Santa Sede, non senza “ampio riconoscimento e manifestazioni
di onore e di stima”. Menzionate dal Pontefice sono anche le capacità e l’operosità
del porporato all’attuale guida dei Pontifici Consigli della Giustizia e della Pace
e della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. A conclusione del messaggio, il
Santo Padre rinnova al porporato la sua “approvazione e gratitudine”, impartendo la
benedizione apostolica a lui e a quanti gli sono uniti con particolare vincolo di
amicizia.