Filippine: Messaggio dei confratelli sul rapimento del missionario Pime
MANILA, 21giu07 - I religiosi nelle Filippine del PIME (Pontificio istituto missioni
estere, di Milano) hanno diffuso un proprio messaggio sulla vicenda del rapimento
di un loro confratello, padre Giancarlo Bossi, avvenuta nella Prelatura di Ipil. Ecco
il testo del messaggio diffuso ieri:
NOI SPERIAMO ANCORA “Mio Dio,
mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15:34) P. Giancarlo Bossi, missionario
del Pime, è stato rapito lo scorso 10 giugno nella parrocchia di Payao, Prelatura
di Ipil, provincia di Zamboanga Sibugay. Ad oggi, 21 giugno [ora locale ndr], non
vi sono stati contatti con i rapitori o con qualcuno che abbia potuto verificare la
sua condizione. Da quello che abbiamo saputo fino ad ora, i rapitori ed i mandanti
non sono stati identificati con chiarezza, anche se tutto fa pensare ad un gruppo
ben organizzato, che ha potuto usare una barca potente ed è ben armato e ben equipaggiato.
La cattura di p. Giancarlo è stata pianificata con attenzione. Chi sono i rapitori
e chi i mandanti? Chi c’è dietro questo dramma? Perché non dichiarano i loro scopi?
Perché giocano con la vita di una persona, un religioso che vive per servire la popolazione
di una zona remota? Stanno minacciando qualcuno, fosse anche l’intero Paese o la comunità
internazionale? Devono avere uno scopo. Qualcuno deve sapere di questo piano. Il
governo dice di star utilizzando tutte le risorse a sua disposizione per cercare il
rapito. Il Fronte islamico di liberazione Moro ha dichiarato a sua volta di aver accesso
a diversi gruppi armati dell’area. I leader religiosi ed i fedeli di ogni credo pregano
ed invocano solidarietà. Perché questa agonia dell’attesa? Quali interessi sono coinvolti
in questa storia? Noi possiamo solo chiedere compassione. Noi crediamo che Dio
sappia chi è implicato in questa storia, e perché. Ma Dio potrebbe essere in attesa
di una persona sincera e coraggiosa, che possa rivelare la verità. Come i bombardamenti
avvenuti a Bansalan la scorsa settimana, che hanno distrutto delle vite e provocato
tanti feriti e sofferenti. Come gli omicidi di tante persone impegnate per il bene,
o i loro rapimenti e le minacce che ricevono. Chi può denunciare gli autori di queste
atrocità? Vi sono dei collegamenti fra questi fatti? Certamente il Dio dei cristiani,
Allah il misericordioso ed il dio dei tribali vorrebbero liberare tutte le vittime,
e tutti noi, dalla paura causata da questi avvenimenti. Preghiamo affinché delle persone
di buona volontà si impegnino per far uscire la verità, e liberino la nazione da questi
tremendi atti di tensione. Forse p. Giancarlo si sente abbandonato come Gesù sulla
croce: possa invece condividere con noi e con la nostra popolazione la gioia della
resurrezione. I missionari del Pime nelle Filippine (Asianews, Misna-MANCINI)