Mons. Giordano: l’Europa sente l’esigenza di “una nuova luce”
Un continente “in ricerca”, che “comincia a sentire l’esigenza di dover riaccendere
una nuova luce proprio quando tutto attorno sembra illuminato”. Questa è l’Europa
delineata da mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze
Episcopali d'Europa (CCEE), nel suo intervento alla 57.ma Settimana di aggiornamento
pastorale, in corso a Triuggio, in provincia di Milano, sul tema: “Cinquant’anni dopo,
dov’è la missione? Dalla missione popolare di Milano alle forme di missione quotidiana
nei nuovi areopaghi”. In tale contesto – ha spiegato mons. Giordano, citato dall’agenzia
SIR – “un primo passo dell’evangelizzazione” consiste nell’ “ascoltare, fare emergere,
sostenere questa nuova ricerca”, che ruota attorno a tre questioni di fondo: la “ricerca
del vero”, “del bello” e “del buono”. Ma, da parte della Chiesa cattolica, “quale
via intraprendere” in un futuro segnato sempre più dal pluralismo religioso? “La via
del Dio crocifisso e risorto” è la risposta, secondo il presule, che ha aggiunto:
“Gesù morto e risorto è la verità” e “il primo contributo che le Chiese possono dare
all’Europa e alla sua cultura è questa verità, cioè il Cristianesimo stesso, il Vangelo”.
Il rapporto “tra verità e amore o tra identità e dialogo” è una questione cruciale,
ha precisato mons. Giordano, ricordando come in Europa vi sia “una particolare esperienza
di collaborazione ecumenica”, come quella, ormai decennale, tra la Conferenza delle
Chiese d’Europa (KEK) e il CCEE. “Il dialogo – ha affermato il presule – non è un’altra
cosa dalla verità” e, anzi, “è il luogo dell’accadere della verità stessa”. “Se Gesù
crocifisso, abbandonato e risorto, è il libro completamente aperto, la verità pienamente
rivelata – ha concluso – possiamo finalmente scorgere lo scioglimento di questo nodo
cruciale. In lui troviamo la coincidenza della verità e dell’amore, dell’identità
e del dialogo”. (R.M.)