Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il primate ortodosso di Cipro, Chrysostomos II.
Firmata una Dichiarazione comune per l'unità dei cristiani e lanciato un appello per
la pace in Medio Oriente
“Un’opera immane” ci attende, al di là delle capacità umane, per giungere alla piena
comunione tanto auspicata da Cristo: con parole di gioia e gratitudine Benedetto XVI
ha accolto stamani in Vaticano l’arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro,
Chrysostomos II, giunto a Roma martedì scorso. L’incontro è stato suggellato con la
firma di una Dichiarazione Comune, e si è poi concluso con un momento di preghiera.
Il servizio di Roberta Gisotti:
“Un
dono del Dio della perseveranza e della consolazione”, la visita dell’arcivescovo
ortodosso Chrysostomos II, accolto da Benedetto XVI nella Biblioteca privata, quale
Pastore di una Chiesa d’Oriente antica e illustre:
“Del
dono della perseveranza facciamo oggi esperienza poiché, nonostante la presenza di
secolari divisioni, di strade divergenti, e malgrado la fatica di ricucire dolorose
ferite, il Signore non ha cessato di guidare i nostri passi sulla via dell’unità e
della riconciliazione. E questo è per tutti noi motivo di consolazione, poiché l’odierno
incontro si inserisce in un cammino di sempre più intensa ricerca di quella piena
comunione tanto auspicata da Cristo: ut omnes unum sint”. Da
Cipro a Roma non semplicemente per uno “scambio di cortesia ecumenica”, ha sottolineato
il Papa, ma perché sospinti dalla necessità e dall’urgenza di “proseguire, senza scoraggiarci
il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme”.
Un’“opera immane”, “che va la di là delle capacità umane”, per cui “è necessario affidarsi
innanzitutto alla preghiera”, ma anche porre in atto “ogni valido mezzo umano, che
possa giovare allo scopo”. Dunque, ha raccomandato Bnedetto XVI, “uno sforzo costante,
animato da una volontà certa e da una speranza incrollabile nella potenza del Signore”.
Richiamando
le origini della Chiesa di Cipro, ricca di Santi tra cui Epifanio e Barnaba, il Santo
Padre ha evidenziato sfide e problematiche comuni ai nostri giorni:
“Come
allora, anche oggi occorre vigilare attentamente per mettere in guardia il Popolo
di Dio dai falsi profeti, dagli errori e dalla superficialità di proposte non conformi
all’insegnamento del divino Maestro, nostro unico Salvatore”. Ha
fatto eco alle preoccupazioni del Papa, l’arcivescovo Chrysostomos II, evidenziando
come l’Europa, “culla della civiltà occidentale” e “sede gloriosa dello spirito cristiano”,
stia “attraversando un periodo di crisi e di disorientamento, di ateismo e di dubbio,
di secolarizzazione e di decadenza”. “La società e l'uomo del nostro tempo ha sete
e cerca”, ha detto l’arcivescovo cipriota, invitando le Chiese d’Europa a rispondere
unite, pena il fallimento di tanti sforzi isolati e la condanna alla disperazione
esistenziale di tanti uomini e donne del nostro tempo.
La
visita a Benedetto XVI giunge alla vigilia dei 35 anni dei rapporti diplomatici tra
Santa Sede e Repubblica di Cipro, ha ricordato l’arcivescovo ortodosso, facendo appello
alla preghiera del Papa per il ritorno alla pace e all’unità nell’isola di Cipro,
dove “i diritti umani vengono calpestati”, ha denunciato Chrysostomos II, e dove “la
Chiesa soffre ma anche resiste dignitosamente”.
Quindi,
in un clima di grande fraternità è stata firmata una Dichiarazione comune di impegni
e speranze per la “piena unità tra tutti i cristiani”, rispondendo alle attese dei
tempi. Nel documento si elencano le urgenze drammatiche per la pace in Medio Oriente,
e si fa appello a tutti quelli che nel mondo alzano la mano contro i propri fratelli
a deporre le armi. Si pone quindi la difesa dei diritti umani a partire dalla libertà
religiosa. Si chiede poi all’Europa di non limitarsi ad una cooperazione meramente
economica ma di poggiare su “solide basi culturali” e su “condivisi riferimenti etici”,
e di aprirsi alla “dimensione religiosa”. Ci sono poi le sfide della bioetica che
vanno ad intaccare la dignità dell’uomo e dell’ambiente che minacciano il Creato e
ancora della povertà, della fame e delle malattie in cosi tanti Paesi. Infine, l’invocazione
al Signore della storia perché “l’annuncio di salvezza del Vangelo raggiunga le nuove
generazioni e sia luce per tutti gli uomini”.
L’incontro
tra il Santo Padre e l’arcivescovo Chrysostomos si è concluso nella Cappella Redemptoris
Mater con un momento di preghiera comune.