La solidarietà dell'arcivescovo ortodosso Chrysostomos a mons. Angelo Bagnasco
"La Chiesa italiana assicura la volontà di fare tutto il possibile perché si coltivi
il dialogo e il rapporto fraterno, al fine di giungere alla piena comunione e, nel
momento contingente, lavorare insieme con strategie pastorali solidali perché il Vangelo
sia predicato ad ogni creatura". Lo ha detto mons. Angelo Bagnasco, presidente dei
vescovi italiani, accogliendo questa mattina, presso la sede della CEI, l'arcivescovo
ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, nel primo appuntamento ufficiale della sua visita
in Vaticano che culminerà sabato 16 giugno con l’udienza di Benedetto XVI. Il servizio
di Daniele Rocchi:
“Rendiamo
grazie per la fede e la bella testimonianza cristiana dei nostri popoli” ha affermato
mons. Bagnasco nel suo saluto. "Condividiamo - ha aggiunto - i sogni di pace del popolo
cipriota. Tali aspirazioni di pace e di sviluppo nella concordia si sono ulteriormente
accresciute con l'ingresso di Cipro nella Unione Europea”. “Stringere rapporti di
amore tra le comunità - ha concluso il presidente della CEI - ci spinge a essere più
uniti per combattere le divisioni, i mali, le violenze e le ingiustizie che travagliano
la vita dei nostri Paesi. Intraprendere azioni pastorali comuni, sostenere insieme
il principio di libertà e democrazia, significa dare testimonianza corale all'unico
Vangelo e rendere ragione della speranza che è in noi”.
Nella
sua allocuzione l’arcivescovo ortodosso di Cipro non ha mancato, innanzitutto, di
esprimere solidarietà al presidente dei vescovi italiani per le minacce cui è oggetto
da tempo: “Siamo qui per manifestare la nostra fraterna solidarietà a Lei, difensore
della dignità umana, della famiglia cristiana, del matrimonio come lo vuole la tradizione
bimillenaria della Santa Chiesa – ha detto Chrysostomos - siamo qui per incoraggiarla
nel suo alto incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana dicendole:
” Avanti con Dio, fratello! Non sei solo e la primavera viene dopo l’inverno, come
l’arcobaleno dopo la pioggia”. Il rappresentante ortodosso ha poi sottolineato che
“sono tantissime le cose che ci uniscono e pochissime le cose che ci dividono e che,
con l'aiuto dello Spirito Santo, possono essere superate! Inoltre, ci unisce la nostra
Casa comune, l'Europa: un luogo che diventa troppo spesso causa di disperazione, ma
anche di speranza verso una meta comune, quale è il Regno di Dio! Un territorio, dove
la famiglia è in pericolo di estinzione a causa di chi non rispetta ormai la legge
di Dio, che è il vero amore! Una terra dalle radici cristiane ma con un cristianesimo
minacciato, perseguitato, ferito”. Chrysostomos ha inoltre denunciato la spoliazione
del patrimonio artistico e religioso nella parte nord di Cipro, attualmente occupata
dalla Turchia. “Il nostro patrimonio – ha detto - viene costantemente derubato, maltrattato,
venduto all'estero da quelli che occupano una parte della nostra isola! Chiediamo
il vostro sostegno per la nostra giusta intenzione di voler restaurare i nostri monumenti
occupati, distrutti o lasciati in rovina poiché i luoghi sacri di Cipro, cattolici,
maroniti, armeni, ebraici e Ortodossi, appartenenti tutti al patrimonio culturale
dell'umanità rischiano di scomparire per sempre”.
Al
termine dell’incontro, suggellato da uno scambio di doni, non è mancato il tempo per
una dichiarazione del Segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Betori, relativamente
agli ultimi sviluppi delle indagini che vedrebbero, dietro le minacce a mons. Bagnasco,
la figura della brigatista Nadia Desdemona Lioce. Sollecitato dai giornalisti mons.
Betori ha affermato: “siamo sereni e ci affidiamo agli inquirenti nella speranza che
facciano chiarezza su tutto. Non sta a noi emettere giudizi. È un problema generale
del Paese. Sembra che una presenza ancora vivace dell’estremismo sia una realtà che
appartiene a questi giorni del nostro Paese e vada con attenzione seguita. Noi chiediamo
solo di essere un interlocutore ascoltato e considerato nella realtà della nostra
vita sociale. Siamo sereni, i cristiani sono sereni perché hanno Qualcuno in alto,
molto in alto cui far riferimento”. (Da Roma per Radio Vaticana, Daniele Rocchi)