2007-06-13 14:40:26

La solidarietà dell'arcivescovo ortodosso Chrysostomos a mons. Angelo Bagnasco


"La Chiesa italiana assicura la volontà di fare tutto il possibile perché si coltivi il dialogo e il rapporto fraterno, al fine di giungere alla piena comunione e, nel momento contingente, lavorare insieme con strategie pastorali solidali perché il Vangelo sia predicato ad ogni creatura". Lo ha detto mons. Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, accogliendo questa mattina, presso la sede della CEI, l'arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, nel primo appuntamento ufficiale della sua visita in Vaticano che culminerà sabato 16 giugno con l’udienza di Benedetto XVI. Il servizio di Daniele Rocchi:RealAudioMP3


“Rendiamo grazie per la fede e la bella testimonianza cristiana dei nostri popoli” ha affermato mons. Bagnasco nel suo saluto. "Condividiamo - ha aggiunto - i sogni di pace del popolo cipriota. Tali aspirazioni di pace e di sviluppo nella concordia si sono ulteriormente accresciute con l'ingresso di Cipro nella Unione Europea”. “Stringere rapporti di amore tra le comunità - ha concluso il presidente della CEI - ci spinge a essere più uniti per combattere le divisioni, i mali, le violenze e le ingiustizie che travagliano la vita dei nostri Paesi. Intraprendere azioni pastorali comuni, sostenere insieme il principio di libertà e democrazia, significa dare testimonianza corale all'unico Vangelo e rendere ragione della speranza che è in noi”.

 
Nella sua allocuzione l’arcivescovo ortodosso di Cipro non ha mancato, innanzitutto, di esprimere solidarietà al presidente dei vescovi italiani per le minacce cui è oggetto da tempo: “Siamo qui per manifestare la nostra fraterna solidarietà a Lei, difensore della dignità umana, della famiglia cristiana, del matrimonio come lo vuole la tradizione bimillenaria della Santa Chiesa – ha detto Chrysostomos - siamo qui per incoraggiarla nel suo alto incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana dicendole: ” Avanti con Dio, fratello! Non sei solo e la primavera viene dopo l’inverno, come l’arcobaleno dopo la pioggia”. Il rappresentante ortodosso ha poi sottolineato che “sono tantissime le cose che ci uniscono e pochissime le cose che ci dividono e che, con l'aiuto dello Spirito Santo, possono essere superate! Inoltre, ci unisce la nostra Casa comune, l'Europa: un luogo che diventa troppo spesso causa di disperazione, ma anche di speranza verso una meta comune, quale è il Regno di Dio! Un territorio, dove la famiglia è in pericolo di estinzione a causa di chi non rispetta ormai la legge di Dio, che è il vero amore! Una terra dalle radici cristiane ma con un cristianesimo minacciato, perseguitato, ferito”. Chrysostomos ha inoltre denunciato la spoliazione del patrimonio artistico e religioso nella parte nord di Cipro, attualmente occupata dalla Turchia. “Il nostro patrimonio – ha detto - viene costantemente derubato, maltrattato, venduto all'estero da quelli che occupano una parte della nostra isola! Chiediamo il vostro sostegno per la nostra giusta intenzione di voler restaurare i nostri monumenti occupati, distrutti o lasciati in rovina poiché i luoghi sacri di Cipro, cattolici, maroniti, armeni, ebraici e Ortodossi, appartenenti tutti al patrimonio culturale dell'umanità rischiano di scomparire per sempre”.

 
Al termine dell’incontro, suggellato da uno scambio di doni, non è mancato il tempo per una dichiarazione del Segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Betori, relativamente agli ultimi sviluppi delle indagini che vedrebbero, dietro le minacce a mons. Bagnasco, la figura della brigatista Nadia Desdemona Lioce. Sollecitato dai giornalisti mons. Betori ha affermato: “siamo sereni e ci affidiamo agli inquirenti nella speranza che facciano chiarezza su tutto. Non sta a noi emettere giudizi. È un problema generale del Paese. Sembra che una presenza ancora vivace dell’estremismo sia una realtà che appartiene a questi giorni del nostro Paese e vada con attenzione seguita. Noi chiediamo solo di essere un interlocutore ascoltato e considerato nella realtà della nostra vita sociale. Siamo sereni, i cristiani sono sereni perché hanno Qualcuno in alto, molto in alto cui far riferimento”. (Da Roma per Radio Vaticana, Daniele Rocchi)







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