La Chiesa celebra oggi la memoria di Sant'Antonio di Padova, sacerdote francescano
e Dottore della Chiesa. Lo ha ricordato stamani anche Benedetto XVI durante l'udienza
generale salutando i fedeli portoghesi presenti in Piazza San Pietro. Il Santo, nato
a Lisbona nel 1195 e morto a Padova a 36 anni, è stato un grande predicatore ed ha
saputo unire la dimensione contemplativa con quella attiva. Oggi grandi festeggiamenti
a Padova, la cui Basilica intitolata al Santo accoglie più di 4 milioni di pellegrini
ogni anno. Ma che cosa attira la gente a visitare il luogo dove da quasi 8 secoli
riposa il corpo di questo Santo? Ci risponde padre Enzo Poiana, rettore
della Basilica di Sant'Antonio a Padova, al microfono del nostro collega dal Programma
Bulgaro, Dimitri Gancev:
R. - Credo
che Sant’Antonio parli ancora oggi proprio perché è essenziale nella sua proposta
di vita che è Vangelo e carità. Il Vangelo da solo non ha la possibilità di essere
sperimentato se non attraverso la carità. Il Vangelo e la carità fanno sì che Dio
si renda presente nella vita degli uomini. Sant’Antonio ha questa proposta. In Antonio
la gente del suo tempo, come la gente di oggi, vede l’uomo di Dio, che offre la Parola
di Dio ma anche la concretezza della vita, fatta di amore, perchè non si annuncia
solo che Dio ci ama, ma si fa vedere anche come Dio ama. La gente affida le proprie
angosce, le proprie tribolazioni, le proprie sofferenze, la propria vita alla intercessione
di Sant’Antonio e Antonio diventa un mezzo per raggiungere Dio. D.
– L’Europa cresce. E’ diventata più grande grazie a due popoli a maggioranza ortodossa.
In che modo il messaggio di Sant’Antonio potrebbe essere sentito da loro?
R.
– Potrebbe essere l’unità nel rispetto della diversità, cioè la capacità di trovare
il cuore dell’unità in Dio e di lasciare che le varie culture esprimano se stesse
dentro questo cuore di Dio. Sant’Antonio è stato un frate che ha girato il mondo e
si è incontrato con altre culture. Credo che questo sia importante, che per l’Europa
di oggi queste radici cristiane, che tante volte si rifiutano, siano invece il collante
per fare l’unità, non per fare uniformità. D. - I giovani
di oggi che cosa possono imparare da Sant’Antonio?
R.
- I giovani potrebbero imparare l’attenzione ai poveri, l’attenzione alle esigenze
di quelli che non hanno la possibilità tante volte di difendersi. Sant’Antonio, che
era un uomo di Dio, un uomo di preghiera, era anche un uomo che battagliava nella
società. Io credo che oggi Sant’Antonio sia attuale proprio perché era un uomo impegnato
nella propria vita spirituale e concreto nella vita di ogni giorno e cercava di portare
rimedio ai mali di questo mondo.