2007-06-07 13:01:53

Zimbabwe: sanità al collasso per lo sciopero di medici e infermieri. Interviene la Croce Rossa


“Una situazione di guerra”. Così il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha definito lo stato del sistema sanitario dello Zimbabwe dove medici e infermieri sono in sciopero per protestare per i bassi salari e per ottenere migliori condizioni di lavoro. Come riporta l’agenzia Fides, l’agitazione, che prosegue da mesi, ha costretto il governo a mobilitare il Corpo di sanità dell’Esercito per garantire un minino di funzionamento agli ospedali civili. Secondo il delegato per l’Africa Australe della Croce Rossa internazionale, Sebastian Brack, la crisi è cosi grave che l’organismo da lui rappresentato, che di norma interviene soprattutto per assistere le vittime dei conflitti armati e dei disastri naturali, ha deciso di intervenire in Zimbabwe. “Abbiamo iniziato ad allestire istituzioni sanitarie e ad organizzare la formazione del personale medico e paramedico nelle aree più remote del Paese che sono le maggiormente colpite dalla fuga dei cervelli”. Diversi medici e altro personale specializzato hanno infatti lasciato il Paese per cercare fortuna all’estero, in particolare in Botswana, Sudafrica e Regno Unito. Anche l’Associazione dei Medici dello Zimbabwe per i Diritti Umani ha affermato che il sistema sanitario è collassato. Secondo un dirigente dell’Associazione, gli ospedali rifiutano i pazienti e li rimandano a casa. Il motivo principale della protesta sono i bassi salari. Un infermiere guadagna 400 mila dollari zimbabwiani mentre lo stipendio minimo al di sopra dello stato di povertà è di 2 milioni di dollari zimbabwiani. Il ministro della Salute, David Parirenyatwa, ha fatto appello al settore privato perché intervenga in soccorso della sanità pubblica ricordando che tra le priorità da affrontare è la mancanza di medicinali e la sostituzione delle attrezzature mediche obsolete. Lo Zimbabwe, che era il granaio dell’Africa Australe, si trova nel settimo anno di recessione economica, con l’80% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà, con un tasso di inflazione del 3.713,9%. Il Paese, inoltre, è sempre più isolato sul piano internazionale: nel 2003 è uscito dal Commonwealth ed è sottoposto a sanzioni economiche decise dalla Nazioni Unite e dall’Unione Europea. (E.B.)







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