In Iraq peggiorano le condizioni di sfollati e rifugiati che superano ormai i 4 milioni
La situazione umanitaria continua a peggiorare in Iraq, dove il numero di persone
fuggite dalla propria casa a causa della guerra supera ora i 4,2 milioni. Ad affermarlo
l’Alto commissariato ONU per i rifugiati (ACNUR), che, in un comunicato diffuso ieri
a Ginevra, ha stimato in oltre 2 milioni gli iracheni sfollati all’interno del Paese
e in altri 2,2 milioni quelli che si trovano nei Paesi confinanti. “Gli appelli per
un maggiore sostegno internazionale ai governi nella regione hanno fino ad ora condotto
a scarsi risultati e – riferisce ancora l’ACNUR - l’accesso degli iracheni ai servizi
sociali rimane limitato”. In questo quadro, Siria e Giordania continuano ad ospitare
il numero più alto di iracheni in fuga, rispettivamente 1,4 milioni e 750 mila rifugiati.
Gli sfollati all’interno del Paese, provenienti in gran parte dalla capitale Baghdad
e dai distretti circostanti, si sono concentrati all’85% nelle regioni centrali e
meridionali. Tuttavia le istituzioni locali sono travolte dalla necessità degli sfollati.
Almeno 10 governatorati su 18 - aggiunge l’Alto commissariato dell’ONU - hanno chiuso
le frontiere o applicano misure restrittive ai nuovi arrivi che spesso non vengono
registrati. In molti casi si nega loro l’accesso ai servizi pubblici: secondo il documento
il 47 per cento degli sfollati non può beneficiare dei canali ufficiali di distribuzione
degli aiuti alimentari. I profughi – afferma inoltre l’ACNUR – continuano, soprattutto
in Europa, ad incontrare forti ostacoli nel riconoscimento dello status di rifugiati.
L’agenzia dell’ONU infine ha esortato ancora una volta tutti i Paesi “a mantenere
le frontiere aperte per le persone bisognose di protezione internazionale”. (E. B.)