Due premi Nobel chiedono all’UE di fermare le stragi nel Darfur con le sanzioni e
la diplomazia
Accorato appello all'Unione europea, perchè fermi le atrocità nel Darfur: a lanciarlo,
ieri a Bruxelles, i premi Nobel per la Pace, l'arcivescovo Desmond Tutu e la signora
Jodie Williams, suggerendo in particolare di ricorrere a pressioni sulla Cina, strettamente
legata economicamente al Sudan, ma anche interessata al buon esito dei prossimi Giochi
olimpici del 2008. L’arcivescovo Tutu, simbolo della lotta all'apartheid in Sud Africa,
e la signora Williams, fondatrice della campagna per il bando delle mine antiuomo,
hanno chiesto agli europarlamentari, al rappresentante della presidenza tedesca e
a Margot Wallstrom, vicepresidente della Commissione Ue, di agire senza ulteriori
indugi. ''Dobbiamo usare il bastone e la carota” ed adottare “sanzioni mirate e specifiche''
nei confronti del Sudan, ha sollecitato Desmond Tutu, invitando a non arrendersi di
fronte ad una causa che appare “persa'', ricordando che anche per il Sud si profilava
una situazione senza sbocco, sembrando che l'unica strada fosse il bagno di sangue,
ma questo non è avvenuto. Fatti concreti e non false speranze ha chiesto Jodie Williams.
''A Khartoum – ha detto - sono molto bravi nel promettere cose che poi non mantengono
mai''. ''Altre parole su carta non sono davvero necessarie'', ha ammonito infine il
premio Nobel statunitense. (R.G.)