2007-06-02 12:21:48

Sarà beatificato Franz Jägerstätter, il contadino austriaco ucciso dai nazisti per essersi opposto a Hitler in nome del Vangelo


Ieri il Papa ha aperto la strada alla proclamazione di due nuove Sante e 320 nuovi Beati: tra questi ci saranno numerosi martiri. Martiri giapponesi, uccisi in odio alla fede nel 1600, e martiri della guerra civile spagnola del 1936. Tra i prossimi Beati figura anche un contadino austriaco, Franz Jägerstätter, di cui quest’anno si celebrano i 100 anni dalla nascita, ucciso dai nazisti nel 1943 per essersi opposto, in nome del Vangelo, al regime hitleriano. Ce ne parla Sergio Centofanti. RealAudioMP3


 Franz Jägerstätter nasce il 20 maggio 1907 in un paesino dell’Alta Austria a pochi chilometri dal confine con la Baviera. Nel 1938 la Germania hitleriana annette l’Austria. L’anno successivo le truppe naziste invadono la Polonia: scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Franz Jägerstätter è un contadino, è sposato e ha tre figlie. Nel 1943 ha 36 anni: viene arruolato nell’esercito del Terzo Reich. Lui si rifiuta. L’ideologia nazista va contro il Vangelo, va contro la sua coscienza. Conosce le parole di San Pietro: ”Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”. Cercano di convincerlo. Rischia la vita. Il suo parroco Josef Karobath scrive: ”Mi ha lasciato ammutolito, perché aveva le argomentazioni migliori. Lo volevamo far desistere ma ci ha sempre sconfitti citando le Scritture”. Franz ha la sapienza dell’umile, non usa parole difficili ma le parole chiare ed esigenti del Vangelo.

 
Prega, medita, digiuna, legge i documenti della Chiesa: nel 1937 Papa Pio XI aveva pubblicato l’Enciclica “Mit Brenneder Sorge” con la quale condannava duramente l’ideologia razzista e anticristiana del nazismo. “Nessun potere coercitivo dello Stato – scriveva Papa Ratti - potrà sostituire a lungo andare i più profondi e decisivi stimoli, che provengono dalla fede in Dio e in Gesù Cristo”. Franz è arrestato: in carcere, parlando con la moglie, ricorda le parole di Gesù: “chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me ”. Viene ghigliottinato il 9 agosto 1943, a Berlino, nello stesso carcere in cui sarà impiccato il teologo protestante Bonhoeffer. Nel suo Testamento leggiamo: “Scrivo con le mani legate, ma preferisco questa condizione al sapere incatenata la mia volontà”. Benedetto XVI nella sua visita nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau il 28 maggio dell’anno scorso, aveva ricordato quanti nella Germania di Hitler si erano opposti al regime nazista ed erano considerati allora come “il rifiuto della nazione”:
 “Ora però noi li riconosciamo con gratitudine come i testimoni della verità e del bene, che anche nel nostro popolo non era tramontato. Ringraziamo queste persone, perché non si sono sottomesse al potere del male e ora ci stanno davanti come luci in una notte buia. Con profondo rispetto e gratitudine ci inchiniamo davanti a tutti coloro che, come i tre giovani di fronte alla minaccia della fornace babilonese, hanno saputo rispondere: ‘Solo il nostro Dio può salvarci. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto’”.







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