2007-06-02 11:24:46

La Grande missione continentale in America Latina, dopo i giorni del confronto: un commento sulla Conferenza di Aparecida


Dopo i giorni di Aparecida, per i vescovi dell'America Latina e dei Caraibi è tempo di bilanci. Per due settimane, dopo il solenne avvio della quinta Conferenza generale dell'Episcopato continentale alla presenza da Benedetto XVI, lo scorso 13 maggio, i presuli e gli esperti presenti nella città mariana del Brasile si sono confrontati, alla luce del magistero papale, sul presente e sul futuro della Chiesa locale. Per una valutazione di questo importante appuntamento, il servizio di Luis Badilla Morales: RealAudioMP3


“Nella Chiesa tutti siamo chiamati ad essere discepoli e missionari. Occorre formarci e formare tutto il Popolo di Dio per adempiere con responsabilità e audacia il nostro compito (...) Siamo stati chiamati ad essere una Chiesa con le braccia aperte e a dare valore ad ognuno dei suoi membri. Incoraggiamo perciò gli sforzi che si portano avanti nelle parrocchie per essere "casa e scuola di comunione", animando e formando piccole comunità e comunità ecclesiali di base così come nelle associazioni dei laici, nei movimenti ecclesiali e nelle nuove comunità”. E’ questo uno dei passaggi più rilevanti del Messaggio conclusivo della V Conferenza, che chiama in causa i latinoamericani con la Grande missione continentale: quest'ultima aperta, nella sostanza, il 31 maggio con la celebrazione eucaristica che ha suggellato i lavori di diciotto intense giornate di comunione e riflessione. I laici latinoamericani, sotto la guida dei vescovi, saranno “la misura del successo” della rivitalizzazione dell’evangelizzazione nei prossimi anni. Spetta soprattutto a loro raggiungere oltre 555 milioni di battezzati, che corrispondono al 62% degli abitanti del continente americano. Si tratta di uno sforzo gigantesco, mai registrato prima. Le grandi linee sono state già tracciate. «Davanti alle nuove difficili scelte - ha detto Benedetto XVI in apertura dell‘incontro episcopale - i fedeli sperano da questa V Conferenza un rinnovamento e una rivitalizzazione della loro fede in Cristo, nostro unico Maestro e Salvatore, che ci ha rivelato l'esperienza unica dell'Amore infinito di Dio Padre per gli uomini. De questa fonte, potranno sorgere nuove strade e progetti pastorali creativi, capaci di infondere una ferma speranza per vivere in maniera responsabile e gioiosa la fede ed irradiarla così nel proprio ambiente". Queste “nuove strade” e questi “progetti pastorali creativi”, contenuti nel Documento finale di prossima pubblicazione ma già anticipati nella sintesi che i vescovi hanno resa pubblica, possono contare con la forza trainante di un laicato che non ha uguale nel mondo cattolico; infatti, il 90% dei missionari laici e oltre il 40 dei catechisti della Chiesa universale si trovano in America Latina. Questi discepoli-missionari (nei dibattiti della Conferenza è prevalsa l’idea di sostituire la “e” con un trattino per mettere l’accento sull’unicità dei due concetti), nello svolgimento della Grande missione, porranno agli interlocutori la domanda del Papa: “Perché vogliamo essere discepoli di Cristo?” e daranno la sua risposta: “Perché speriamo di trovare nella comunione con Lui la vita, la vera vita degna di questo nome, e per questo vogliamo farlo conoscere agli altri, comunicare loro il dono che abbiamo trovato in Lui”. Trovare nell’incontro personale con Gesù, dunque, “la vita, la vera vita degna di questo nome”. E ciò che più si addice ai popoli latinoamericani. E ciò che si aspettano dalla Chiesa e dall’evangelizzazione. Lo dimostra tutta la fase preparatoria della Conferenza e i tantissimi contributi fatti pervenire al CELAM. Il futuro di questa grande sfida è anche nelle mani dei pastori, dei vescovi e del clero, diocesano e religioso, più che mai chiamati oggi all’adempimento generoso, tempestivo, dinamico e creativo dei piani pastorali delle diocesi e della Conferenze episcopali locali. Parlando ai vescovi del Brasile, “Maestri di fede”, Benedetto XVI, poche ore prima dell’apertura della V Conferenza citò la Populorum progressio di Paolo VI: “Laddove Dio e la sua volontà non sono conosciuti, dove non esiste la fede in Gesù Cristo, e nella sua presenza nelle celebrazioni sacramentali, manca l’essenziale anche per la soluzione degli urgenti problemi sociali e politici. La fedeltà al primato di Dio e della sua volontà, conosciuta e vissuta in comunione con Gesù Cristo, è il dono essenziale che noi vescovi e sacerdoti dobbiamo offrire alla nostra gente”.







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