Tensione USA-RUSSIA sullo scudo spaziale americano in Europa
Torna la tensione tra Russia e Stati Uniti. Alla vigilia del vertice G8, che si terrà
in Germania dal 6 all’8 giugno prossimi, il presidente russo Vladimir Putin critica
Washington per aver lanciato un “nuovo round della corsa al riarmo” con il progetto
americano di scudo spaziale in Europa. Giada Aquilino ne ha parlato con Fulvio Scaglione,
vicedirettore di Famiglia Cristiana ed esperto di questioni dell’area ex sovietica:
R. – La
Russia è diventata la capofila di quei Paesi che mostrano una crescente insofferenza
verso quella politica dell’amministrazione di Washington “poco attenta” alle esigenze
degli altri popoli e delle altre Nazioni. In tale quadro, Putin ha deciso questa mossa.
D. – Perché la disputa è sul progetto americano di scudo spaziale in Europa?
R.
– Questo progetto americano non è chiaro: non si capisce Polonia e Repubblica Ceca
- che sono i primi Paesi che dovrebbero costruire questo scudo stellare - chi dovrebbero
colpire con i missili. Ad un certo punto gli Stati Uniti hanno parlato di difesa contro
gli “Stati canaglia”, come se l’Iran o la Corea del Nord fossero in procinto di dichiarare
guerra alla Polonia. E’ chiarissimo che - se quello non è l’obiettivo e non può esserlo
- allora l’unico altro obiettivo è proteggere i Paesi ex-sovietici da un eventuale
ritorno di fiamma dell’espansionismo russo. Ciò non può che irritare i russi, i quali
non mi sembrano, neppure loro, essere sul punto di invadere né la Polonia, né altri
Paesi.
D. – Gli americani sono usciti dal Trattato ABM, anti missili balistici.
La Russia, che recentemente ha effettuato un test missilistico, minaccia ora di abbandonare
il Trattato sulle armi convenzionali in Europa, il CFE. Sono toni da guerra fredda?
R.
– Il quadro politico globale che caratterizzava la guerra fredda è finito per sempre.
Allora c’erano due fronti che si contrapponevano e proprio la contrapposizione teneva
compatti questi due schieramenti. Oggi sulla scena c’è invece una pluralità di attori:
la Cina, l’India, la Russia, ma anche l’Iran, il Pakistan, l’Arabia Saudita, il Venezuela.
Sono tutti Paesi ai quali non si può imporre qualcosa e soprattutto con la scusa di
una contrapposizione di blocchi, che non c’è più.