Il Papa chiude il mese mariano esortando i fedeli a mettersi in ascolto di Dio con
la docilità di Maria
“L’esempio per eccellenza di ascolto è Maria, la Madre del Signore”: è partito da
questa riflessione del Papa, ieri sera, il Santo Rosario di chiusura del mese mariano.
Centinaia le persone in processione nei Giardini Vaticani che, guidate dall’arcivescovo
Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, hanno recitato i Misteri
della Luce. Al termine della celebrazione, la benedizione e il saluto del Santo Padre.
Il servizio di Isabella Piro:
(Canto
“È l’ora che pia la squilla fedel”)
La fresca brezza
della sera non ha spento le fiaccole della lunga processione che ieri si è snodata
nei giardini vaticani, dalla chiesa di Santo Stefano degli Abissini alla riproduzione
della piccola Grotta di Lourdes. Tante le riflessioni lette durante la recita del
Santo Rosario, tra cui l’importanza della Croce, ossia della vittoria di Gesù sulla
cattiveria umana e l’importanza della famiglia agli occhi di Dio:
“La
famiglia non è completa se manca Dio. La famiglia, infatti, ha bisogno di Dio per
accendersi di amore vero e pertanto l’assenza di Dio produce il fallimento della famiglia.
Come si spiegano i drammi di oggi? In quante famiglie si respira aria di indifferenza,
di frivolezza, di egoismo? Manca Dio, manca l’amore”.
Sulla
figura di Maria si è invece soffermato il Papa: riflettendo sull’incontro tra la Vergine
ed Elisabetta, narrato nel Vangelo di Luca, il Santo Padre ha descritto Maria come
colei che dimentica se stessa e si pone al servizio degli altri perché illuminata
dalla Spirito di Gesù, quello Spirito di carità che dilata il suo cuore, portandolo
alla stessa grandezza del cuore di Dio: "(…) è lo
stesso Gesù a 'spingere' Maria, infondendole lo slancio generoso di andare incontro
al prossimo che ha bisogno, il coraggio di non mettere avanti le proprie legittime
esigenze, le difficoltà, le preoccupazioni, i pericoli per la sua stessa vita. È Gesù
che l’aiuta a superare tutto lasciandosi guidare dalla fede che opera mediante la
carità". Meditando questo mistero, ha aggiunto Benedetto
XVI, si comprende che la carità cristiana è una virtù “teologale” e si vede la vera
natura del cuore di Maria:
"(…) vediamo cioè
un cuore umano perfettamente inserito nel dinamismo della Santissima Trinità. Questo
movimento è la carità, che in Maria è perfetta e diventa modello della carità della
Chiesa, come manifestazione dell'amore trinitario (cfr Enc. Deus caritas est, 19).
Ogni gesto di amore genuino, anche il più piccolo, contiene in sé una scintilla del
mistero infinito di Dio:lo sguardo di attenzione al fratello,
il farsi vicino a lui, la condivisione del suo bisogno, la cura delle sue ferite,
la responsabilità per il suo futuro, tutto, fin nei minimi dettagli, diventa 'teologale'
quando è animato dallo Spirito di Cristo". Dopo aver impartito
la sua benedizione ai presenti, il Papa ha inviato il suo saluto ai malati e agli
anziani e ha concluso la celebrazione recitando la preghiera a Maria, da lui stesso
composta per l’Agorà dei Giovani, in programma a Loreto il prossimo settembre:
"Maria,
Madre del sì, tu hai ascoltato Gesù /e conosci il timbro della sua voce / e il battito
del Suo Cuore. /Stella del Mattino, parlaci di Lui /e raccontaci il tuo cammino per
seguirlo /Nella via della fede". (Canto “Madre Santa”)