2007-05-29 08:07:50

Srervizi per la canonizzazione di Maria Eugenia di Gesù


Domenica tre giugno il Santo Padre proclamerà Santa Maria Eugenia di Gesù, al secolo Anna Eugenia Milleret de Brou, fondatrice dell’Istituto delle Suore dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, morta nel 1898. Con noi a parlarcene il postulatore della Causa di canonizzazione, mons. François Duthel:

D. - Può tracciare una breve biografia della nuova santa?

R. - Maria Eugenia di Gesù nacque a Metz, Francia, il 1817. Apparteneva ad una famiglia benestante della borghesia francese. Molto giovane si era interrogata sul senso della vita e aveva cercato di darsi delle risposte. Questo le fece prender coscienza di quanto fosse superficiale l’educazione data alle ragazze del suo ceto sociale. Inoltre, in un contesto storico ancora fortemente segnato dalle idee della rivoluzione francese, capiva che molti valori spirituali erano andati perduti. Questa duplice presa di coscienza fece nascere in lei il desiderio di portare la propria piccola pietra per la costruzione di una società trasformata dai valori del Vangelo, senza tuttavia rinnegare gli ideali più alti della Rivoluzione. Convertitasi da adulta, passando da una fede convenzionale ad una fede personale e impegnata, Maria Eugenia Milleret rispose alla chiamata di Dio e fondò una Congregazione religiosa, apostolica e profondamente contemplativa allo stesso tempo.

D. - Qual è stato il suo carisma?

R. - Maria Eugenia aveva un progetto di vita apostolica fortemente radicato in una profonda vita di preghiera. Dall’inizio volle unire educazione e contemplazione. Delle donne consacrate alla missione educativa “hanno bisogno, diceva, più di altre di una intensa vita di contemplazione e di adorazione”. La spiritualità che volle dare alla Congregazione è centrata su Gesù Cristo, la Parola fattasi carne per ridare all’uomo la piena dignità di figlio di Dio. Per lei, ogni persona è unica e chiamata a diventare ciò che Dio vuole che sia e a realizzare la propria missione sulla terra, là dove vive. La pedagogia di Maria Eugenia è animata dalla visione dell’uomo e del mondo creati a immagine di Dio. Le religiose dell’Assunzione vivono questo carisma in comunità. Contemplazione, missione e vita fraterna sono vissute in profonda unità tra loro.

D. - In quale contesto ha vissuto Maria Eugenia e come ha realizzato la sua missione?

R. - È vissuta nel XIX° secolo, secolo complesso, alla ricerca di un equilibrio dopo gli sconvolgimenti della rivoluzione. Secolo attraversato da lotte appassionate per la libertà; secolo di grandi scoperte: la prima locomotiva, la fotografia; secolo della prima industrializzazione che contribuisce ad approfondire il fossato tra le diverse classi sociali. Secolo segnato dall’egoismo, da una religiosità ristretta o dalla negazione di Dio, ma anche da una nuova fioritura di santi: Teresa di Lisieux, il curato d’Ars, Don Bosco, Bernadette Soubirous. Secolo infine di apostoli e di profeti, di pionieri protesi verso il futuro. Tra loro, Maria Eugenia Milleret che capisce come, per ricostruire un mondo cristiano secondo il Vangelo all’indomani della Rivoluzione, la Chiesa abbia bisogno di dedicarsi all’educazione cristiana delle giovani. In questo contesto storico molto particolare va collocata la vita di Maria Eugenia Milleret. Le sue intuizioni le faranno percorrere un cammino in linea con la restaurazione evangelica e cristiana della società che sarà poi confermato dagli orientamenti del Vaticano II.


D. – Vogliamo ricordare un episodio significativo della sua vita?

R. - La grazia della prima comunione come lei stessa ce la descrive: fu un brevissimo istante, ma non l’ho mai dimenticato…nel momento in cui ricevetti Gesù Cristo, fu come se tutto ciò che avevo visto sulla terra, anche mia madre, non fossero altro ombre passeggere. Poi sentì una voce interiore dirle: verrà un giorno in cui lascerai tutto ciò che ami per glorificarmi e servire questa Chiesa che non conosci. Questa grazia maria Eugenia la custodirà nel suo cuore e la ritroverà il giorno della”conversione” a Notre Dame di Parigi. Dopo aver sentito la predicazione del padre Lacordaire, sentirà di essere completamente convertita e prenderà subito la decisione di consacrare tutte le sue forze o meglio tutta la sua debolezza alla Chiesa che sola ormai ha, ai suoi occhi, il segreto e la capacità di operare il bene su questa terra. Tutte le fondazioni avranno come unico scopo quello di glorificare Dio e servire la Chiesa: Tu mi glorificherai, tu mi servirai…

D. - Quale messaggio lancia al nostro tempo?

R. - Maria Eugenia di Gesù ha guardato al suo tempo con speranza; per lei il mondo era un luogo di rivelazione di Dio e un luogo per rendergli gloria. La contemplazione non la distoglieva dal mondo ma l’induceva ad un amore sempre più grande. Non posso sentir parlare della terra come d’un luogo d’esilio. Io la considero piuttosto come un luogo di gloria per Dio perché… solo qui può ricevere l’unica lode che non trova in se stesso.
Maria Eugenia aveva ben capito che Dio ha un progetto sul mondo e che ognuno è chiamato a collaborarvi. Credo che ognuno abbia una missione sulla terra…perciò ci lascia un messaggio di speranza impegnata: collaborare alla realizzazione di cieli nuovi e terra nuova che è la vera eredità dell’umanità. Ci lascia anche una certezza: la santità non è uno stato ma un cammino che dobbiamo percorrere giorno dopo giorno, un camino di fede e di amore. La santità è un dono che si riceve da Dio solo, a noi di camminare in risposta ad esso.
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NB. L’intervista è disponibile sul netia anche in francese con lo stesso mons. François Duthel.


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MARIA EUGENIA DI GESU’
Profilo biografico


Anna Maria Eugenia Milleret nasce a Metz in una famiglia agiata, nel 1817 dopo la definitiva sconfitta di Napoleone e la restaurazione della monarchia. Suo padre, volterriano e liberale, fa fortuna nel mondo delle banche e della politica. Eugenia, molto sensibile, riceve da sua madre un’educazione energica che plasma in lei una carattere forte e un gran senso del dovere. Nell’ambiente familiare impara il gusto della ricerca e della curiosità intellettuale e insieme s’impregna di spirito romantico, ma sviluppa anche un interesse alle questioni sociali e l’abitudine ad una visione aperta delle cose.

Questa educazione, lontana dalla Chiesa, da Cristo, dalla scuola, coniuga una grande libertà e insieme un forte senso di responsabilità. La bontà, la generosità, la rettitudine e la semplicità imparate da sua madre, le faranno dire più tardi che la sua educazione era più cristiana di quella di molti pii cattolici del suo tempo. Anna Eugenia va a Messa nei giorni di festa per convenienza sociale e riceve i sacramenti dell’iniziazione cristiana, ma questo non comporta nessun impegno serio. Tuttavia la prima comunione è per lei un momento di esperienza mistica in cui per un attimo le viene svelato il segreto del suo futuro. Solo molto più tardi ella comprenderà il significato profetico di tale esperienza e vi scorgerà la radice del suo cammino e dell’appartenenza totale a Cristo e alla Chiesa.

Ha avuto una giovinezza felice, anche se non è mancata la sofferenza. Già dall’infanzia ha fatto esperienza della morte, quella del fratello maggiore e di una sorellina più piccola. Poi verrà il fallimento delle banche paterne, le incomprensioni tra i genitori e infine la separazione e la perdita di ogni sicurezza. Anna Eugenia lascerà la casa della sua infanzia e andrà a Parigi con sua madre. Un’epidemia di colera le toglierà in poche ore anche la madre tanto amata e rimarrà sola al mondo a 15 anni, in un ambiente mondano e superficiale. Attraverso una ricerca angosciosa e quasi disperata della verità, assetata d’Assoluto e di trascendenza, arriverà infine alla conversione.

A 19 anni, Anna Eugenia segue i quaresimali di Notre Dame di Parigi, predicati quell’anno dal padre Lacordaire, ancora giovane ma già molto conosciuto come eccellente oratore. Già discepolo del Lamennais, abitato come lui da una visione di Chiesa rinnovata che si pone nel mondo in modo nuovo, Lacordaire capisce il proprio tempo; conosce i giovani e le loro domande e attese, i loro ideali e la profonda ignoranza che hanno di Cristo e della Chiesa. La sua parola raggiunge il cuore di Anna Eugenia, risponde alle sue domande e risveglia in lei lo slancio di generosità. Anna Eugenia vede il Cristo come liberatore universale e il suo Regno realizzarsi in una società fraterna e giusta.
Ero realmente convertita, scriverà, e avevo concepito il desiderio di dare tutte le mie forze o piuttosto tutta la mia debolezza a questa Chiesa che, sola, ormai aveva ai miei occhi il segreto e la capacità del bene.

Nello stesso periodo, conosce un altro predicatore, il padre Combalot, anche lui discepolo di Lamennais, e lo sceglie come confessore. Questi intuisce subito d’avere davanti un’anima d’élite e sceglie Anna Eugenia come fondatrice della Congregazione che sogna da tanto tempo. Insistendo con lei sul fatto che tale fondazione è volontà di Dio e che lei è stata scelta per realizzare questa opera, finisce con il convincere Anna Eugenia ad accogliere il progetto di una nuova comunità dedita all’educazione. Egli è convinto che solo con il lavoro educativo si potranno evangelizzare le intelligenze, contribuire a fondare famiglie veramente cristiane, e così trasformare la società del proprio tempo. Anna Eugenia accetta questo progetto come volontà di Dio per lei e si lascia guidare dal padre Combalot.

A 22 anni, Maria Eugenia diventa fondatrice delle Religiose dell’Assunzione che consacrano tutta la loro vita e le loro energie a estendere il Regno di Cristo in se stesse e nel mondo. Nel 1839 a Parigi, con due altre giovani, comincia una vita comunitaria di preghiera e di studio in un piccolo appartamento della rue Férou, vicino alla Chiesa di San Sulpicio. Nel 1841, inizia la prima scuola con l’aiuto di Madame de Chateaubriand, del padre Lacordaire, di Montalembert e dei loro amici. In pochi anni la comunità sarà formata da sedici suore di quattro nazionalità diverse.
Maria Eugenia e le prime suore dell’Assunzione vogliono fare sintesi tra antico e nuovo: unire i tesori della spiritualità e della sapienza della Chiesa ad una forma di vita religiosa e ad un tipo d’educazione più rispondente allo spirito moderno. Si tratta di assumere i valori del tempo e, insieme, d’inscrivere nella cultura della nuova era industriale e scientifica i valori del Vangelo. La Congregazione svilupperà una spiritualità che ha al centro Cristo nel suo mistero dell’Incarnazione, una vita insieme profondamente contemplativa e totalmente consacrata all’azione apostolica, tutta data alla ricerca di Dio e all’annuncio del Regno.

Maria Eugenia di Gesù avrà una lunga vita che ricopre praticamente tutto il secolo XIX°. Amerà il suo tempo con passione e si sentirà attivamente partecipe degli accadimenti della storia. Progressivamente, canalizzerà tutte le sue energie verso lo sviluppo e la crescita della Congregazione, l’opera della sua vita.

Negli ultimi anni sperimenterà un progressivo indebolimento fisico vissuto nell’umiltà e nel silenzio e metterà sempre più al centro della sua vita il Cristo. Il 9 marzo 1898, riceve per l’ultima volta l’Eucaristia e nella notte del 10 si addormenta dolcemente nel Signore. Sarà beatificata dal Papa Paolo VI il 9 febbraio 1975.

Oggi le Religiose dell’Assunzione sono presenti in 34 paesi, 8 in Europa, 5 in Asia, 10 in America e 11 in Africa. Le suore sono circa 1200 e vivono in 170 comunità sparse nel mondo.

Il ramo laico, Assunzione insieme, composto dagli Amici dell’Assunzione, dalle Comunità o Fraternità dell’Assunzione, comprende alcune migliaia di Amici nel mondo di cui parecchi sono impegnati a vivere secondo il Cammino di Vita ispirato alla spiritualità dell’Assunzione.








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