Srervizi per la canonizzazione di Maria Eugenia di Gesù
Domenica tre giugno il Santo Padre proclamerà Santa Maria Eugenia di Gesù, al secolo
Anna Eugenia Milleret de Brou, fondatrice dell’Istituto delle Suore dell’Assunzione
della Beata Vergine Maria, morta nel 1898. Con noi a parlarcene il postulatore della
Causa di canonizzazione, mons. François Duthel:
D. - Può tracciare una breve
biografia della nuova santa?
R. - Maria Eugenia di Gesù nacque a Metz, Francia,
il 1817. Apparteneva ad una famiglia benestante della borghesia francese. Molto giovane
si era interrogata sul senso della vita e aveva cercato di darsi delle risposte. Questo
le fece prender coscienza di quanto fosse superficiale l’educazione data alle ragazze
del suo ceto sociale. Inoltre, in un contesto storico ancora fortemente segnato dalle
idee della rivoluzione francese, capiva che molti valori spirituali erano andati perduti.
Questa duplice presa di coscienza fece nascere in lei il desiderio di portare la propria
piccola pietra per la costruzione di una società trasformata dai valori del Vangelo,
senza tuttavia rinnegare gli ideali più alti della Rivoluzione. Convertitasi da adulta,
passando da una fede convenzionale ad una fede personale e impegnata, Maria Eugenia
Milleret rispose alla chiamata di Dio e fondò una Congregazione religiosa, apostolica
e profondamente contemplativa allo stesso tempo.
D. - Qual è stato il suo carisma?
R.
- Maria Eugenia aveva un progetto di vita apostolica fortemente radicato in una profonda
vita di preghiera. Dall’inizio volle unire educazione e contemplazione. Delle donne
consacrate alla missione educativa “hanno bisogno, diceva, più di altre di una intensa
vita di contemplazione e di adorazione”. La spiritualità che volle dare alla Congregazione
è centrata su Gesù Cristo, la Parola fattasi carne per ridare all’uomo la piena dignità
di figlio di Dio. Per lei, ogni persona è unica e chiamata a diventare ciò che Dio
vuole che sia e a realizzare la propria missione sulla terra, là dove vive. La pedagogia
di Maria Eugenia è animata dalla visione dell’uomo e del mondo creati a immagine di
Dio. Le religiose dell’Assunzione vivono questo carisma in comunità. Contemplazione,
missione e vita fraterna sono vissute in profonda unità tra loro.
D. - In quale
contesto ha vissuto Maria Eugenia e come ha realizzato la sua missione?
R.
- È vissuta nel XIX° secolo, secolo complesso, alla ricerca di un equilibrio dopo
gli sconvolgimenti della rivoluzione. Secolo attraversato da lotte appassionate per
la libertà; secolo di grandi scoperte: la prima locomotiva, la fotografia; secolo
della prima industrializzazione che contribuisce ad approfondire il fossato tra le
diverse classi sociali. Secolo segnato dall’egoismo, da una religiosità ristretta
o dalla negazione di Dio, ma anche da una nuova fioritura di santi: Teresa di Lisieux,
il curato d’Ars, Don Bosco, Bernadette Soubirous. Secolo infine di apostoli e di profeti,
di pionieri protesi verso il futuro. Tra loro, Maria Eugenia Milleret che capisce
come, per ricostruire un mondo cristiano secondo il Vangelo all’indomani della Rivoluzione,
la Chiesa abbia bisogno di dedicarsi all’educazione cristiana delle giovani. In questo
contesto storico molto particolare va collocata la vita di Maria Eugenia Milleret.
Le sue intuizioni le faranno percorrere un cammino in linea con la restaurazione evangelica
e cristiana della società che sarà poi confermato dagli orientamenti del Vaticano
II.
D. – Vogliamo ricordare un episodio significativo della sua vita?
R.
- La grazia della prima comunione come lei stessa ce la descrive: fu un brevissimo
istante, ma non l’ho mai dimenticato…nel momento in cui ricevetti Gesù Cristo, fu
come se tutto ciò che avevo visto sulla terra, anche mia madre, non fossero altro
ombre passeggere. Poi sentì una voce interiore dirle: verrà un giorno in cui lascerai
tutto ciò che ami per glorificarmi e servire questa Chiesa che non conosci. Questa
grazia maria Eugenia la custodirà nel suo cuore e la ritroverà il giorno della”conversione”
a Notre Dame di Parigi. Dopo aver sentito la predicazione del padre Lacordaire, sentirà
di essere completamente convertita e prenderà subito la decisione di consacrare tutte
le sue forze o meglio tutta la sua debolezza alla Chiesa che sola ormai ha, ai suoi
occhi, il segreto e la capacità di operare il bene su questa terra. Tutte le fondazioni
avranno come unico scopo quello di glorificare Dio e servire la Chiesa: Tu mi glorificherai,
tu mi servirai…
D. - Quale messaggio lancia al nostro tempo?
R. - Maria
Eugenia di Gesù ha guardato al suo tempo con speranza; per lei il mondo era un luogo
di rivelazione di Dio e un luogo per rendergli gloria. La contemplazione non la distoglieva
dal mondo ma l’induceva ad un amore sempre più grande. Non posso sentir parlare della
terra come d’un luogo d’esilio. Io la considero piuttosto come un luogo di gloria
per Dio perché… solo qui può ricevere l’unica lode che non trova in se stesso. Maria
Eugenia aveva ben capito che Dio ha un progetto sul mondo e che ognuno è chiamato
a collaborarvi. Credo che ognuno abbia una missione sulla terra…perciò ci lascia un
messaggio di speranza impegnata: collaborare alla realizzazione di cieli nuovi e terra
nuova che è la vera eredità dell’umanità. Ci lascia anche una certezza: la santità
non è uno stato ma un cammino che dobbiamo percorrere giorno dopo giorno, un camino
di fede e di amore. La santità è un dono che si riceve da Dio solo, a noi di camminare
in risposta ad esso. ************
NB. L’intervista è disponibile sul netia
anche in francese con lo stesso mons. François Duthel.
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MARIA EUGENIA DI GESU’ Profilo biografico
Anna Maria Eugenia
Milleret nasce a Metz in una famiglia agiata, nel 1817 dopo la definitiva sconfitta
di Napoleone e la restaurazione della monarchia. Suo padre, volterriano e liberale,
fa fortuna nel mondo delle banche e della politica. Eugenia, molto sensibile, riceve
da sua madre un’educazione energica che plasma in lei una carattere forte e un gran
senso del dovere. Nell’ambiente familiare impara il gusto della ricerca e della curiosità
intellettuale e insieme s’impregna di spirito romantico, ma sviluppa anche un interesse
alle questioni sociali e l’abitudine ad una visione aperta delle cose.
Questa
educazione, lontana dalla Chiesa, da Cristo, dalla scuola, coniuga una grande libertà
e insieme un forte senso di responsabilità. La bontà, la generosità, la rettitudine
e la semplicità imparate da sua madre, le faranno dire più tardi che la sua educazione
era più cristiana di quella di molti pii cattolici del suo tempo. Anna Eugenia va
a Messa nei giorni di festa per convenienza sociale e riceve i sacramenti dell’iniziazione
cristiana, ma questo non comporta nessun impegno serio. Tuttavia la prima comunione
è per lei un momento di esperienza mistica in cui per un attimo le viene svelato il
segreto del suo futuro. Solo molto più tardi ella comprenderà il significato profetico
di tale esperienza e vi scorgerà la radice del suo cammino e dell’appartenenza totale
a Cristo e alla Chiesa.
Ha avuto una giovinezza felice, anche se non è mancata
la sofferenza. Già dall’infanzia ha fatto esperienza della morte, quella del fratello
maggiore e di una sorellina più piccola. Poi verrà il fallimento delle banche paterne,
le incomprensioni tra i genitori e infine la separazione e la perdita di ogni sicurezza.
Anna Eugenia lascerà la casa della sua infanzia e andrà a Parigi con sua madre. Un’epidemia
di colera le toglierà in poche ore anche la madre tanto amata e rimarrà sola al mondo
a 15 anni, in un ambiente mondano e superficiale. Attraverso una ricerca angosciosa
e quasi disperata della verità, assetata d’Assoluto e di trascendenza, arriverà infine
alla conversione.
A 19 anni, Anna Eugenia segue i quaresimali di Notre Dame
di Parigi, predicati quell’anno dal padre Lacordaire, ancora giovane ma già molto
conosciuto come eccellente oratore. Già discepolo del Lamennais, abitato come lui
da una visione di Chiesa rinnovata che si pone nel mondo in modo nuovo, Lacordaire
capisce il proprio tempo; conosce i giovani e le loro domande e attese, i loro ideali
e la profonda ignoranza che hanno di Cristo e della Chiesa. La sua parola raggiunge
il cuore di Anna Eugenia, risponde alle sue domande e risveglia in lei lo slancio
di generosità. Anna Eugenia vede il Cristo come liberatore universale e il suo Regno
realizzarsi in una società fraterna e giusta. Ero realmente convertita, scriverà,
e avevo concepito il desiderio di dare tutte le mie forze o piuttosto tutta la mia
debolezza a questa Chiesa che, sola, ormai aveva ai miei occhi il segreto e la capacità
del bene.
Nello stesso periodo, conosce un altro predicatore, il padre Combalot,
anche lui discepolo di Lamennais, e lo sceglie come confessore. Questi intuisce subito
d’avere davanti un’anima d’élite e sceglie Anna Eugenia come fondatrice della Congregazione
che sogna da tanto tempo. Insistendo con lei sul fatto che tale fondazione è volontà
di Dio e che lei è stata scelta per realizzare questa opera, finisce con il convincere
Anna Eugenia ad accogliere il progetto di una nuova comunità dedita all’educazione.
Egli è convinto che solo con il lavoro educativo si potranno evangelizzare le intelligenze,
contribuire a fondare famiglie veramente cristiane, e così trasformare la società
del proprio tempo. Anna Eugenia accetta questo progetto come volontà di Dio per lei
e si lascia guidare dal padre Combalot.
A 22 anni, Maria Eugenia diventa fondatrice
delle Religiose dell’Assunzione che consacrano tutta la loro vita e le loro energie
a estendere il Regno di Cristo in se stesse e nel mondo. Nel 1839 a Parigi, con due
altre giovani, comincia una vita comunitaria di preghiera e di studio in un piccolo
appartamento della rue Férou, vicino alla Chiesa di San Sulpicio. Nel 1841, inizia
la prima scuola con l’aiuto di Madame de Chateaubriand, del padre Lacordaire, di Montalembert
e dei loro amici. In pochi anni la comunità sarà formata da sedici suore di quattro
nazionalità diverse. Maria Eugenia e le prime suore dell’Assunzione vogliono fare
sintesi tra antico e nuovo: unire i tesori della spiritualità e della sapienza della
Chiesa ad una forma di vita religiosa e ad un tipo d’educazione più rispondente allo
spirito moderno. Si tratta di assumere i valori del tempo e, insieme, d’inscrivere
nella cultura della nuova era industriale e scientifica i valori del Vangelo. La Congregazione
svilupperà una spiritualità che ha al centro Cristo nel suo mistero dell’Incarnazione,
una vita insieme profondamente contemplativa e totalmente consacrata all’azione apostolica,
tutta data alla ricerca di Dio e all’annuncio del Regno.
Maria Eugenia di Gesù
avrà una lunga vita che ricopre praticamente tutto il secolo XIX°. Amerà il suo tempo
con passione e si sentirà attivamente partecipe degli accadimenti della storia. Progressivamente,
canalizzerà tutte le sue energie verso lo sviluppo e la crescita della Congregazione,
l’opera della sua vita.
Negli ultimi anni sperimenterà un progressivo indebolimento
fisico vissuto nell’umiltà e nel silenzio e metterà sempre più al centro della sua
vita il Cristo. Il 9 marzo 1898, riceve per l’ultima volta l’Eucaristia e nella notte
del 10 si addormenta dolcemente nel Signore. Sarà beatificata dal Papa Paolo VI il
9 febbraio 1975.
Oggi le Religiose dell’Assunzione sono presenti in 34 paesi,
8 in Europa, 5 in Asia, 10 in America e 11 in Africa. Le suore sono circa 1200 e vivono
in 170 comunità sparse nel mondo.
Il ramo laico, Assunzione insieme, composto
dagli Amici dell’Assunzione, dalle Comunità o Fraternità dell’Assunzione, comprende
alcune migliaia di Amici nel mondo di cui parecchi sono impegnati a vivere secondo
il Cammino di Vita ispirato alla spiritualità dell’Assunzione.