2007-05-29 13:30:25

Intervista col nuovo Ministro generale dei Frati Minori Convenutali


I Frati Minori Conventuali stanno tenendo ad Assisi, già da tempo, il loro Capitolo generale, e qualche giorno fa, esattamente il 26 di questo mese, hanno eletto il nuovo Ministro generale nella persona di fra Marco Tasca, precedentemente Ministro provinciale a Padova. Con noi, il nuovo superiore generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali:

D. - Padre Marco, come ha accolto questa elezione?

R. – Prima di tutto vorrei darvi il saluto di San Francesco: “Il Signore vi dia pace”. Ho accolto questa elezione con la fiducia che il Signore guida la mai vita. Lui ce l’ha assicurato che sarà con noi fino alla fine dei temp; quindi colgo anche questo come un segno del Signore che guida la mia vita. Poi un segno di fiducia parte dei tanti, dei tanti fratelli che sento vicini e che mi danno anche un appoggio, un sostegno e un aiuto. Poi è stata anche una sfida, ho accolto questa elezione come una sfida per dire che oggi il carisma francescano ha ancora qualcosa da dire.

D. – Cosa vede davanti a sé?

R. – Questo Capitolo generale cade nell’anno o nel cammino celebrativo dell’ottavo centenario dell’origine del francescanesimo: quindi l’ordine si sente chiamato alla conversione e a ritrovare lo slancio e la vitalità delle sue origini. Quindi vedo un tempo di grazia del Signore, segnato dalla logica del mistero pasquale, l’unica logica che porta veramente ad una vita pienamente realizzata e felice.

D. – Quali sono le principali sfide per l’ordine francescano nel suo insieme?

R. – “Il capitolo - scriveva il mio predecessore fra Joachim Giermek al quale va il grazie e la stima di tutto l’ordine - il capitolo è un tempo di verifica seria e laboriosa per vedere come essere fedeli e significativi oggi in questo nostro mondo”. Quindi, la sfida più forte la vedo proprio in questo, in questa cultura secolarizzata: siamo chiamati ad avere uno slancio generoso capace di testimonianza e di donazione totale come il Santo Padre spesso richiama ai religiosi.

D. – I lavori del vostro Capitolo sono quasi a metà cammino. Quali sono i principali contenuti emersi finora?

R. – Prima di tutto il contenuto principale emerso è un dire grazie al Signore per quello che in questi sei anni ci ha regalato. Cito alcuni momenti forti del nostro cammino: il Capitolo fraterno dell’Ordine tenuto in Polonia, insieme formatori e provinciali; il primo Congresso missionario tenuto in India; le due assemblee europee: questo continente d’Europa così bisognoso di speranza e di ridirsi le sue radici spirituali. Poi sono emerse le sfide della formazione iniziale permanente, quindi con il conseguente bisogno di formatori adeguati, la sfida dell’interculturalità e dell’impegno missionario “ad gentes”.

D. – Cosa vuol dire, padre Marco, essere francescani nel mondo di oggi?

R. – Noi viviamo, e ce lo diceva questo nei primi giorni di capitolo fra Felice Cangelosi, il vicario generale dei cappuccini, che ci ha aiutato un po’ ad entrare spiritualmente in questo capitolo; viviamo in un mondo caratterizzato, almeno pare nel lato occidentale, dall’offuscamento della speranza, dall’agnosticismo pratico, e dall’indifferentismo religioso. Credo che oggi la cosa più bella che noi possiamo regalare, come francescani, è di annunciare che vale la pena vivere per il Signore Gesù, vale la pena fidarsi del Signore Gesù, vale la pena vivere come Lui chiede ed è bello fidarsi della sua parola.

D. – Padre Marco, il vostro capitolo vedrà l’arrivo del Papa ad Assisi, un privilegio che penso pochi altri ordini religiosi possano mai avere. Come vi state preparando?

R. – Ci stiamo preparando proprio con il grande spirito di dire che il Santo Padre - che Francesco chiamava “il Signor Papa” - viene qui in questo anno, come dicevo prima, della conversione di Francesco. Per noi è un invito e un incoraggiamento ad essere ancora più addentro, insieme, sentire “cum Ecclesia”, vivere in questa Chiesa con questo Papa sotto la sua guida. Credo quindi che sia un’attesa spirituale e, dall’altro punto di vista, un’attesa di avere delle parole che ci guidino in questo cammino ad essere francescani conventuali oggi.








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