13 Paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno accettato di creare una regione libera
dalle ‘bombe a grappolo’
13 paesi dell’America Latina e dei Carabi – riferisce l’agnezia MISNA - hanno accettato
la proposta del Perù di creare nel Continente americano una prima regione nel mondo
libera dalle ‘bombe a grappolo’. L’intesa è stata raggiunta nella seconda Conferenza
internazionale organizzata a Lima, cui hanno partecipato un centinaio di delegazioni
di una cinquantina di Paesi. Un passo avanti nel processo lanciato a febbraio ad Oslo
per giungere ad un Trattato per il bando totale dei micidiali ordigni. Nonostante
l’assenza del Brasile, produttore di queste armi, e la richiesta alternativa dell’Argentina
di utilizzare i sistemi di autodistruzione degli ordigni - ritenuti però fallaci e
insufficienti dalla Coalizione mondiale contro le ‘bombe a grappolo’ (CMC) - la proposta
peruviana ha raccolto il maggiore consenso, rinviando al prossimo summit latinoamericano,
fissato in agosto in Costa Rica, la strategia per raggiungere l’obiettivo. “La nostra
prima preoccupazione - ha detto il vice-ministro della Difesa peruviano, Fabian Novak
- è la salvaguardia delle popolazioni civili”, per questo – ha aggiunto – “è necessario
procedere all’adozione di uno strumento legale che proibisca l’uso, la produzione
e lo stoccaggio di queste bombe”. Anche il Cile, già produttore di ‘bombe a grappolo’
fino alla metà degli anni ’90, ha appoggiato la proposta del Perù, pur ammettendo
di mantenere ancora nei suoi depositi alcune partite di ordigni. “Dopo questa Conferenza
sono convinta che un numero sempre più vasto di Paesi sia deciso ad eliminare le ‘bombe
a grappolo’ dalla faccia della terra”, ha detto all’agenzia IPS il Premio Nobel per
la pace l’americana Jody Williams, tornando a criticare la posizione degli Stati Uniti
che – assenti a Lima – chiedono di spostare la discussione nell’ambito della “Convenzione
su talune armi convenzionali” (CCW, anche detta “Convenzione sulle armi inumane”),
un ambito ritenuto dagli organismi presenti nella capitale peruviana eccessivamente
burocratico e inefficace. “Non mi sorprende - ha osservato la Williams - che gli USA
vogliano discutere della questione in sede di CCW: i Paesi che vi aderiscono hanno
già respinto nel novembre 2006 un’iniziativa per avviare dei negoziati per la messa
al bando delle bombe a grappolo e in più non rappresentano neanche gli Stati più colpiti
da questi ordigni”. Secondo la Coalizione mondiale contro le bombe a grappolo sono
ancora 34 i Paesi del Pianeta che continuano a produrre questi ordigni, almeno altri
25 le hanno utilizzate in diversi conflitti – Iraq, Afghanistan e Libano, per citare
quelli più noti – e 75 ne conservano in magazzino quantità giudicate “una grave minaccia
per l’umanità”. La terza Conferenza internazionale, prevista a dicembre, si svolgerà
a Vienna. (R.G.)