“La Chiesa parla tutte le lingue e va incontro a tutte le culture”: nella solennità
di Pentecoste, il Papa sottolinea la natura missionaria della Chiesa, animata incessantemente
dallo Spirito Santo
Nella grande festa di Pentecoste, al Regina Caeli in Piazza San Pietro, Benedetto
XVI ha messo l’accento sulle caratteristiche essenziali e qualificanti della Chiesa,
che ebbe il suo inizio solenne proprio con la discesa dello Spirito Santo. Il Papa
ha sottolineato come Roma sia “il nome concreto della cattolicità e della missionarietà”
ed ha ribadito che la Chiesa “parla tutte le lingue e va incontro a tutte le culture”.
Il servizio di Alessandro Gisotti: Nell’avvenimento
straordinario della Pentecoste, la Chiesa ebbe il suo solenne inizio con la discesa
dello Spirito Santo: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, che ha ricordato come
cinquanta giorni dopo la Pasqua, lo Spirito Santo scese sulla comunità dei discepoli,
“assidui e concordi nella preghiera”, radunati “con Maria, la madre di Gesù” e con
i dodici apostoli. Proprio in questo passo di San Luca, negli Atti degli Apostoli,
ha detto il Papa, possiamo trovare le note “essenziali e qualificanti della Chiesa”:
La
Chiesa è una, come la comunità di Pentecoste, che era unita nella preghiera e “concorde”:
“aveva un cuore solo e un’anima sola”. La Chiesa è santa, non per i suoi meriti, ma
perché, animata dallo Spirito Santo, tiene fisso lo sguardo su Cristo, per diventare
conforme a Lui e al suo amore. La Chiesa è cattolica, perché il Vangelo è destinato
a tutti i popoli e per questo, già all’inizio, lo Spirito Santo fa sì che essa parli
tutte le lingue. La Chiesa è apostolica, perché, edificata sopra il fondamento degli
Apostoli, custodisce fedelmente il loro insegnamento attraverso la catena ininterrotta
della successione apostolica. E la Chiesa, ha proseguito, “è per sua
natura missionaria”. Dal giorno di Pentecoste, infatti, lo Spirito Santo “non cessa
di spingerla sulle strade del mondo, fino agli estremi confini della terra e fino
alla fine dei tempi”. E’ questa, ha detto, “una realtà che possiamo verificare in
ogni epoca” ed è già “come anticipata nel Libro degli Atti degli Apostoli”. Qui, infatti,
leggiamo del passaggio del Vangelo dagli Ebrei ai pagani, da Gerusalemme a Roma, che
sta ad indicare “tutti i popoli che sono al di fuori dell’antico popolo di Dio”.
In
effetti, gli Atti si concludono con l’arrivo del Vangelo a Roma. Si può allora dire
che Roma è il nome concreto della cattolicità e della missionarietà, esprime la fedeltà
alle origini, alla Chiesa di tutti i tempi, a una Chiesa che parla tutte le lingue
e va incontro a tutte le culture. Il
Papa non ha poi mancato di sottolineare che la prima Pentecoste avvenne quando la
Madonna era presente “in mezzo ai discepoli nel Cenacolo di Gerusalemme e pregava”.
Anche oggi, è stata la sua invocazione, affidiamoci alla sua materna intercessione
affinché “lo Spirito Santo scenda in abbondanza sulla Chiesa del nostro tempo e riempia
i cuori di tutti i fedeli e accenda in essi il fuoco del suo amore”. Dopo il Regina
Caeli, salutando i pellegrini di lingua francese ha ribadito l’auspicio che lo Spirito
di Pentecoste susciti nuovioperatori di pace. In polacco, ha salutato
i membri del Movimento delle Famiglie Nazaretane. Poi, in tedesco, ha ringraziato
le bande musicali tedesche e austriache, che hanno preso parte ad una parata dedicata
al Santo Padre in occasione del suo 80.mo compleanno. Infine, in italiano, un pensiero
speciale a quanti soffrono a causa di gravi malattie:
In
questa giornata, che le autorità italiane hanno dedicato in modo speciale al “sollievo
della sofferenza” dei malati gravi, assicuro la mia preghiera per i pazienti e per
quanti si impegnano ad assicurare loro cure adeguate, ma anche speranza e sostegno.
A tutti auguro una buona domenica illuminata dallo Spirito Santo! (Applausi)
Dunque,
al Regina Caeli, il Papa ha salutato i membri del Movimento delle Famiglie Nazaretane.
Al microfono di Alessandro Gisotti, l’animatore del movimento in Olanda, Carlo
Sala, si sofferma sul significato della Pentecoste per la vita delle famiglie
cristiane:
La prima
cosa che mi viene in mente è che lo Spirito Santo è lo Spirito santificatore; la famiglia
è un po’ come una chiesa familiare, una specie di laboratorio, dove tutti hanno la
possibilità di santificarsi. Santificarsi non è facile, però la famiglia è un laboratorio
eccezionale per questo. Noi ci ispiriamo alla Famiglia di Nazareth, perché anche noi
possiamo avere Maria, se la invitiamo a stare a casa nostra, possiamo avere Gesù Cristo
nell’Eucaristia che cerchiamo di ricevere giornalmente, e l’abbiamo negli avvenimenti
familiari di tutti i giorni che cerchiamo di leggere alla luce della fede. Cerchiamo
di vedere come Dio sia presente nella nostra vita quotidiana, familiare, quello che
si aspetta da noi come genitori, come cresciamo i bambini, come insegniamo loro il
linguaggio della fede ...