2007-05-27 13:12:22

“La Chiesa parla tutte le lingue e va incontro a tutte le culture”: nella solennità di Pentecoste, il Papa sottolinea la natura missionaria della Chiesa, animata incessantemente dallo Spirito Santo


Nella grande festa di Pentecoste, al Regina Caeli in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha messo l’accento sulle caratteristiche essenziali e qualificanti della Chiesa, che ebbe il suo inizio solenne proprio con la discesa dello Spirito Santo. Il Papa ha sottolineato come Roma sia “il nome concreto della cattolicità e della missionarietà” ed ha ribadito che la Chiesa “parla tutte le lingue e va incontro a tutte le culture”. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3
   
Nell’avvenimento straordinario della Pentecoste, la Chiesa ebbe il suo solenne inizio con la discesa dello Spirito Santo: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, che ha ricordato come cinquanta giorni dopo la Pasqua, lo Spirito Santo scese sulla comunità dei discepoli, “assidui e concordi nella preghiera”, radunati “con Maria, la madre di Gesù” e con i dodici apostoli. Proprio in questo passo di San Luca, negli Atti degli Apostoli, ha detto il Papa, possiamo trovare le note “essenziali e qualificanti della Chiesa”:

  La Chiesa è una, come la comunità di Pentecoste, che era unita nella preghiera e “concorde”: “aveva un cuore solo e un’anima sola”. La Chiesa è santa, non per i suoi meriti, ma perché, animata dallo Spirito Santo, tiene fisso lo sguardo su Cristo, per diventare conforme a Lui e al suo amore. La Chiesa è cattolica, perché il Vangelo è destinato a tutti i popoli e per questo, già all’inizio, lo Spirito Santo fa sì che essa parli tutte le lingue. La Chiesa è apostolica, perché, edificata sopra il fondamento degli Apostoli, custodisce fedelmente il loro insegnamento attraverso la catena ininterrotta della successione apostolica.
 E la Chiesa, ha proseguito, “è per sua natura missionaria”. Dal giorno di Pentecoste, infatti, lo Spirito Santo “non cessa di spingerla sulle strade del mondo, fino agli estremi confini della terra e fino alla fine dei tempi”. E’ questa, ha detto, “una realtà che possiamo verificare in ogni epoca” ed è già “come anticipata nel Libro degli Atti degli Apostoli”. Qui, infatti, leggiamo del passaggio del Vangelo dagli Ebrei ai pagani, da Gerusalemme a Roma, che sta ad indicare “tutti i popoli che sono al di fuori dell’antico popolo di Dio”.

 
In effetti, gli Atti si concludono con l’arrivo del Vangelo a Roma. Si può allora dire che Roma è il nome concreto della cattolicità e della missionarietà, esprime la fedeltà alle origini, alla Chiesa di tutti i tempi, a una Chiesa che parla tutte le lingue e va incontro a tutte le culture.

 
Il Papa non ha poi mancato di sottolineare che la prima Pentecoste avvenne quando la Madonna era presente “in mezzo ai discepoli nel Cenacolo di Gerusalemme e pregava”. Anche oggi, è stata la sua invocazione, affidiamoci alla sua materna intercessione affinché “lo Spirito Santo scenda in abbondanza sulla Chiesa del nostro tempo e riempia i cuori di tutti i fedeli e accenda in essi il fuoco del suo amore”. Dopo il Regina Caeli, salutando i pellegrini di lingua francese ha ribadito l’auspicio che lo Spirito di Pentecoste susciti nuovi operatori di pace. In polacco, ha salutato i membri del Movimento delle Famiglie Nazaretane. Poi, in tedesco, ha ringraziato le bande musicali tedesche e austriache, che hanno preso parte ad una parata dedicata al Santo Padre in occasione del suo 80.mo compleanno. Infine, in italiano, un pensiero speciale a quanti soffrono a causa di gravi malattie:

 
In questa giornata, che le autorità italiane hanno dedicato in modo speciale al “sollievo della sofferenza” dei malati gravi, assicuro la mia preghiera per i pazienti e per quanti si impegnano ad assicurare loro cure adeguate, ma anche speranza e sostegno. A tutti auguro una buona domenica illuminata dallo Spirito Santo!
 
(Applausi)

 
Dunque, al Regina Caeli, il Papa ha salutato i membri del Movimento delle Famiglie Nazaretane. Al microfono di Alessandro Gisotti, l’animatore del movimento in Olanda, Carlo Sala, si sofferma sul significato della Pentecoste per la vita delle famiglie cristiane: RealAudioMP3

La prima cosa che mi viene in mente è che lo Spirito Santo è lo Spirito santificatore; la famiglia è un po’ come una chiesa familiare, una specie di laboratorio, dove tutti hanno la possibilità di santificarsi. Santificarsi non è facile, però la famiglia è un laboratorio eccezionale per questo. Noi ci ispiriamo alla Famiglia di Nazareth, perché anche noi possiamo avere Maria, se la invitiamo a stare a casa nostra, possiamo avere Gesù Cristo nell’Eucaristia che cerchiamo di ricevere giornalmente, e l’abbiamo negli avvenimenti familiari di tutti i giorni che cerchiamo di leggere alla luce della fede. Cerchiamo di vedere come Dio sia presente nella nostra vita quotidiana, familiare, quello che si aspetta da noi come genitori, come cresciamo i bambini, come insegniamo loro il linguaggio della fede ...







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