Vivere la Pentecoste come un’esperienza sempre nuova: la riflessione di padre Raniero
Cantalamessa
Sull’odierna solennità di Pentecoste e sul modo in cui, nella Chiesa, l’elemento carismatico
si concilia con quello istituzionale, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione
di padre Raniero Cantalamessa,predicatore della Casa Pontificia: R.
- La solennità di Pentecoste non è solo una celebrazione, un ricordo. E’ una realtà,
un’esperienza. Sant’Agostino distingueva le feste cristiane tra quelle che avvengono
in modo di anniversario e quelle che avvengono in modo di mistero. Quelle che avvengono
come anniversario, celebrano il ritorno, il giorno in cui un certo fatto è avvenuto.
Invece, le feste che si celebrano “in misterio”, tra le quali lui poneva in primo
luogo la Pasqua, non solo ricordano il fatto, ma lo rinnovano. Per cui la cosa importante
a Pentecoste dovrebbe essere che ognuno entri dentro il mistero e si aspetti con fede
viva che quello che è successo quel giorno, succeda di nuovo.
D.
- Lo Spirito Santo rinnova costantemente il cuore dei fedeli. Come invocare il suo
aiuto nella testimonianza quotidiana del Vangelo?
R.
– Credo che la liturgia ci dia delle buone indicazioni, soprattutto delle buone occasioni
per farlo. Per esempio, chi recita la Liturgia delle Ore sa che l’ora terza, che si
celebra nella mattina, è sempre un ricordo della Pentecoste. E poi ognuno dovrebbe
avere qualche suo modo particolare. Per esempio, per me, il modo quotidiano è quello
di dire almeno la prima riga del “Veni Creator”: “Vieni Spirito Creatore, riempi il
cuore dei tuoi fedeli”. Sarebbe bene fermarsi un momento e chiedere quella che io
chiamo l’unzione dello Spirito. L’unzione dello Spirito significa permettere allo
Spirito Santo di agire in noi, di agire attraverso le nostre parole, le nostre decisioni.
D.
– Come si conciliano nella Chiesa l’elemento carismatico, animato appunto dallo Spirito
Santo, e l’aspetto istituzionale?
R. – Non sono contrapposti,
perché anche nell’aspetto istituzionale certamente è presente lo Spirito Santo! Per
esempio, l’elemento più importante della istituzione della Chiesa sono i Sacramenti.
Ora, l’Eucaristia avviene per opera dello Spirito Santo. Chi trasforma il pane nel
Corpo di Cristo è lo Spirito Santo. E’ vero, però, che c’è questa dimensione più libera,
meno strutturata, meno istituzionalizzata che si chiama “l’azione carismatica”, che
consiste nel fatto che lo Spirito Santo dà dei doni diversi ad ogni battezzato, come
dice il Vaticano II nella “Lumen Gentium”, per l’edificazione del Corpo di Cristo.
Questi due elementi, anche se vengono dallo stesso Spirito, a causa della debolezza
umana, dei nostri limiti, spesso risultano un po’ in dialettica, se non in contrapposizione.
A volte io dico ai miei amici carismatici che l’istituzione e i carismi sono come
due bracci della Croce: l’istituzione è la croce dei carismatici e i carismatici sono
spesso la croce dell’istituzione! Tutte e due, però, hanno bisogno l’uno dell’altro,
perché non possono vivere, non possono formare davvero la croce se non sono uniti.