L’Umbria festeggia la Beatificazione di mons. Carlo Liviero, vescovo di Città di Castello,
definito dal cardinale José Saraiva Martins “amico di Dio e degli uomini”
Umbria in festa per la Beatificazione di mons. Carlo Liviero, vescovo di Città di
Castello e fondatore della Congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, spentosi
nel 1932. Stamani, nella piazza Duomo di Città di Castello, gremita di fedeli, il
cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi,
ha presieduto il solenne rito di Beatificazione a cui hanno preso parte anche molti
bambini delle scuole volute dal Beato Liviero. Nella sua omelia, il cardinale Saraiva
Martins lo ha definito “amico di Dio e profeta di Dio, amico degli uomini e profeta
per gli uomini”. Carlo Liviero, ha detto ancora il porporato, ha applicato il Vangelo
“nella propria vita e tra la sua gente, rispondendone ai più urgenti bisogni: al bisogno
di cielo, innanzi tutto, e poi al bisogno di pane, di salute, di educazione, di difesa,
di riscatto, di pace, di comunione”. Sulla figura del nuovo Beato, Giovanni Peduto
ha intervistato suor Maria Annunziata Ghidotti, che ha lavorato alla Causa
di Beatificazione del fondatore:
R. – Carlo
Liviero nasce a Vicenza il 29 maggio 1866; è stato ordinato sacerdote il 20 novembre
1888; dal 1889 svolge il suo servizio di parroco a Gallio, diocesi di Padova. Nel
1899 viene nominato arciprete ad Agna, in provincia di Padova. Il 6 gennaio 1910,
San Pio X lo nomina vescovo di Città di Castello, dove giunge il 28 giugno. Come vescovo,
mons. Liviero sprona continuamente i suoi sacerdoti perché siano ardenti di zelo,
uomini di preghiera, abbiano cura delle loro chiese, annuncino con passione il Vangelo.
Si adopera per raggiungere ogni persona, a qualunque ceto sociale appartenga, perché
tutti hanno il diritto alle sue cure. Predilige i poveri, coloro che sono privi di
voce, che sono oppressi dal più forte e dall’ingiustizia sociale. Nel 1915, dà inizio
all’opera del Sacro Cuore, accogliendo i bambini delle famiglie cadute in miseria
a causa della guerra e fonda la Congregazione religiosa delle Piccole Ancelle del
Sacro Cuore. Mons. Liviero conclude la sua esistenza il 7 luglio 1932, all’età di
66 anni, in seguito ad un incidente automobilistico avvenuto sulla strada per Pesaro
dove si recava a far visita ai suoi bambini poveri che si trovavano al mare.
D.
– Qual è stato il carisma particolare del fondatore del suo istituto?
R.
– Il carisma di Carlo Liviero è un carisma di carità e di amore che attinge alla compassione
e alla tenerezza del Cuore di Cristo ed è rivolto ai piccoli, ai sofferenti, ai poveri,
agli abbandonati. E’ un carisma aperto a tutte le opere di cristiana carità. Oggi
ne sono depositarie le Piccole Ancelle del Sacro Cuore che, seguendo i passi di Carlo
Liviero, continuano sui sentieri della carità.
D.
– Ci spieghi un po’ il contesto nel qual è vissuto il nuovo Beato...
R.
– Carlo Liviero vive in un contesto storico abbastanza difficile. Siamo tra la fine
dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Si fanno strada gli ideali del laicismo e
del socialismo, che tentano di sconfiggere il mondo cristiano e cattolico con idee
e speranze subdole. Si diffondono idee filosofiche che investono la politica e la
religione e prende piede il modernismo. Carlo Liviero, sia da parroco che da vescovo,
di fronte alle ostilità e agli attacchi contro la Chiesa e il Papa, diventa un coraggioso
difensore mentre di fronte alle ingiustizie rivolte a lui, non dà peso e non si difende.
D.
– Vuole raccontarci un episodio significativo della sua vita?
R.
– Carlo Liviero ha un’illimitata fiducia nella Divina Provvidenza, ma nello stesso
tempo è prudente e accorto. Una testimonianza riporta che un giorno, giunto all’Ospizio
– perché la Congregazione inizialmente si chiamava “Ospizio Sacro Cuore” – arrivò
con una cambiale in mano, preoccupato per non avere l’importo sufficiente per il pagamento.
Invita le suore a pregare la Provvidenza. Si narra che mentre ritorna al vescovado,
per via incontra una signora a lui sconosciuta che gli offre una busta con l’importo
esatto della cambiale!
D. – Suor Annunziata, qual
è il messaggio che il nuovo Santo ci tramanda?
R.
– Lascia un messaggio di amore che non giudica, che accoglie; un amore gratuito e
disinteressato che si china sui piccoli, sui poveri, sugli abbandonati e sugli esclusi,
su coloro che non hanno voce, seguendo l’esempio del cuore compassionevole di Gesù.