2007-05-25 16:15:53

La conferenza stampa di mons. Bagnasco conclude l'Assemblea generale della CEI


La famiglia, il valore del matrimonio, le difficoltà che i giovani vivono oggi e l’importanza del contributo delle Chiese e delle religioni all’Unione Europea. Sono questi alcuni fra i temi toccati dal presidente della Conferenza episcopale italiana mons. Angelo Bagnasco nell’incontro con i giornalisti al termine della 57.ma Assemblea generale della CEI che si è svolta in Vaticano. Il servizio di Tiziana Campisi.

L’arcivescovo di Genova, alla sua prima conferenza stampa come presidente della CEI, ha voluto innanzitutto ricordare il giovane fotografo dell’agenzia Catholic Press Photo, Daniele Colarieti, 32 anni, morto ieri in seguito ad un malore che lo ha colpito mentre era al lavoro nei pressi dell’Aula del Sinodo. Rispondendo poi alle domande dei cronisti il presule ha annunciato che la Nota Pastorale sul Convegno ecclesiale di Verona sarà pubblicata fra circa un mese e che sottolineerà in particolare l’invito ad essere testimoni di speranza cristiana e ad immergersi come portatori di quest’ultima nel vissuto della gente. Sull’intervento del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano alla Conferenza nazionale sulla famiglia che si sta svolgendo a Firenze, mons. Bagnasco ha detto di condividere la “grande passione per il bene comune del Paese” e “il desiderio di trovare convergenze, collaborazione ed elementi di unità” a tal proposito. Quindi il presule ha ribadito il valore fondamentale della famiglia fondata sul matrimonio, sottolineando come priorità la necessità di una educazione al matrimonio, all’affettività e all’amore. E sempre a proposito di famiglia, il presidente della CEI si è soffermato sulle difficoltà che oggi i giovani incontrano se vogliono sposarsi. Per mons. Bagnasco occorre impegnarsi per rimuovere il più possibile queste difficoltà legate alla precarietà del lavoro, che non permette ai giovani di progettare una famiglia, e alla fatica di trovare una casa. L’arcivescovo di Genova ha ribadito inoltre la necessità del “rispetto dei veri diritti individuali” che meritano una risposta, veri diritti individuali che sono quelli che derivano “da una concezione corretta della persona umana”. “Il nostro umanesimo - ha ricordato - ha al suo cuore una concezione antropologica importante”. Su Chiesa e politica il presule invece ha precisato: “A noi interessa richiamare l'importanza e la chiarezza dei principi per illuminare le coscienze. Come Chiesa ci rivolgiamo non solo ai politici ma a tutti. Tutti dobbiamo essere coerenti con tali principi che possono derivare dalla fede cristiana o che possono essere individuati dalla ragione, dal buon senso, che la fede illumina ma non sostituisce o annulla”. Quindi ha precisato: “Non ogni parola o affermazione della Chiesa è sempre e dovunque una professione di fede. Non tutto ciò che dice la Chiesa è professione di fede, non tutto ha valore confessionale”. Circa i dati riguardanti l’8 per mille della dichiarazione dei redditi a favore della Chiesa cattolica, mons. Bagnasco ha detto che rispetto al 2006 sono stati versati quest’anno 61 milioni e 336 mila euro in più, segno anche che il buon senso comune della gente sa discernere il bene e il vero al di là di conflittualità e polemiche che per lo più si realizzano a livello mediatico. Sul testamento biologico forte poi il richiamo al valore della vita umana che - ha detto - la Chiesa continuerà a promuovere di fronte a chi nega la sua centralità. Quanto all’Europa mons. Bagnasco ha affermato che è importante, nel cammino che l’Unione sta compiendo, il contributo della Chiesa cattolica, delle altre Chiese cristiane e delle altre religioni. L’umanesimo che nel continente ha radici giudaico-cristiane, dovrebbe esser assunto senza esclusioni, ha precisato: “L’Europa ha un’anima culturale e spirituale. La sola economia non basta”. Ma c’è anche la tendenza nichilistica da combattere, tendenza per la quale sembra che ogni scelta debba essere equivalente. Infine, sul possibile ingresso della Turchia ha invece osservato: “L’Europa sa bene quali sono le origini di questo Continente ed entrarvi significa portare un contributo alla costruzione di un soggetto, l’Europa appunto, significativo per il mondo intero”.










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