2007-05-25 15:20:45

La comunità internazionale celebra la Giornata mondiale per l'Africa


Oggi la comunità internazionale celebra la Giornata per l'Africa: un occasione per fare il punto sui problemi, le speranze e i traguardi raggiunti nel continente. Il Papa più volte ha esortato alla solidarietà verso l'Africa. Il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, in un messaggio per la Giornata, plaude ai passi avanti compiuti per lo sviluppo e la pace nei Paesi africani, ma sottolinea la necessità di condividere il dolore e la frustrazione di questi popoli di fronte ai drammi della povertà, della fame, delle pandemie e dell’analfabetismo. Ma ricordare l’Africa per un giorno solo può servire? Roberta Gisotti lo ha chiesto a padre Carmine Curci, direttore della rivista dei missionari comboniani “Nigrizia”: RealAudioMP3
 
R. – Indubbiamente no, ma è necessario dare la giusta importanza a questo continente nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante le aree di crisi, tra cui sottolineiamo ancora la questione del Darfur, dove i massacri continuano "grazie" al governo centrale di Khartoum, la situazione in Somalia, che è ancora tesa e gli scontri continuano nella capitale Mogadiscio. Certo, sono stati fatti anche dei passi avanti. Ricordiamo a questo riguardo il cammino di transizione della Costa d’Avorio e, guardando al futuro, a luglio si terranno le elezioni in Sierra Leone, dopo 10 anni di guerra civile, che permetteranno finalmente di passare ad un altro governo. L’Africa è un continente che cammina. L’Africa non è soltanto situazioni di miseria e di fame.

 
D. – Nel suo messaggio per questa Giornata, Ban Ki-moon segnala alcune nuove strutture politiche come il nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa, il nuovo parlamento panafricano e il Consiglio di pace e sicurezza dell’Unione Africana. Lei che opinione ha al riguardo?

 
R. – Per quanto riguarda il nuovo partenariato chiamato NEPAD, che compie quest’anno cinque anni, dobbiamo in realtà essere molto onesti e dire che ha deluso le aspettative degli africani. Doveva rappresentare una strada per sviluppare l’Africa, ma in realtà ha sempre portato avanti sempre più una ideologia neoliberista dell’economia, dimenticando invece gli aspetti culturali e le realtà concrete della gente. Il parlamento panafricano fa ancora difficoltà a presentarsi come tale, per prendersi quindi a cuore le realtà del continente africano. Ci sono ancora troppe difficoltà sia economiche sia di tipo ideologico. Per quanto riguarda il Consiglio di pace e sicurezza dell'Unione Africana la questione irrisolta del Darfur mostra la poca forza anche di questo organismo.

 
D. – Su cosa bisogna, quindi, puntare maggiormente per il rilancio di questo continente?

 
R. – Ciò che impressiona chi accompagna l’Africa negli ultimi 10 anni è la società civile ed è proprio questa società civile che la Comunità internazionale deve sostenere. E’ sempre più forte il fatto che i nuovi leader politici africani nasceranno all’interno di questa società civile, che è a diretto contatto con le popolazioni. Un secondo elemento di grande speranza per l’Africa è rappresentato dalle donne. Le donne stanno, infatti, acquistando un ruolo importante a livello politico così come a livello economico. Il terzo elemento è rappresentato dai passi avanti della stampa, che è una stampa che diventa sempre più indipendente. E infine, la Chiesa cattolica, che attraverso le Commissioni di Giustizia e Pace sta acquistando un ruolo di grande interlocutore, mantenendo così una grande attenzione sulla realtà africana. La Chiesa cattolica, quindi, soprattutto in vista del secondo Sinodo per l'Africa che si celebrerà nel 2009, sta già cominciando a creare – e questo lo fa già da alcuni anni – una coscientizzazione delle realtà africane nelle comunità cristiane.







All the contents on this site are copyrighted ©.