Il "Gesù di Nazaret" scritto dal Papa supera il milione e mezzo di copie vendute nel
mondo. Il cardinale Martini: è un libro diverso da molti altri
Ha superato il milione e mezzo di copie vendute il libro “Gesù di Nazaret”, scritto
da Benedetto XVI. La notizia è stata diffusa dalla casa editrice Rizzoli, che ha pubblicato
il libro in Italia e ne gestisce i diritti in tutto il mondo, per incarico della Libreria
Editrice Vaticana. Il dato si riferisce alle edizioni italiana, tedesca, slovena,
greca, polacca, americana e inglese. Intanto, continuano le presentazioni ufficiali
del volume. Oggi tocca alla Francia, con un relatore d’eccezione, il cardinale Carlo
Maria Martini, che lo presenterà nella sede dell'UNESCO a Parigi; domani sarà la volta
della Grecia, dove il libro di Benedetto XVI presenta una postfazione firmata dal
Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, il quale parlando della figura
di Cristo scrive, fra l’altro: “La conoscenza accademica non è sufficiente, ma è necessaria.
Il sentimento non è l’elemento preponderante, ma è molto necessario (…) Come dicono
in modo descrittivo i Padri Mistici, bisogna che la ragione entri nel cuore”. Il Patriarca
formula l’augurio che il libro del Papa possa far crescere il dialogo teologico tra
le Chiese nella "speranza del superamento definitivo della secolare divisione” e
perché “le due Chiese e i loro fedeli si uniscano non solo nella carità, ma anche
nella fede e nei sacramenti”. Il libro del Papa sarà presentato ad Atene, nell’Aula
delle conferenze della Società Archeologica: interverranno, tra gli altri, il nunzio
apostolico in Grecia, l’arcivescovo Patrick Coveney, il vescovo di Syros e presidente
del Sinodo della Chiesa di Grecia, Franghiskos Papamanolismons, l'arcivescovo di Atene
Nikolaos Foscolos, il vescovo di Corfù Ioannis Spiteris e il prof. Evangelos Theodoru
dell’Università di Atene. Sull’importanza del “Gesù di Nazaret” di Benedetto XVI,
Antony Torzec ha raccolto l’opinione del cardinale Martini:
Questo libro
è un libro diverso da molti altri, perché mette insieme il metodo storico-critico
senza gli scetticismi collegati talora con il metodo storico-critico, che quando diventa
– come è stato detto – un metodo “imperialista”, cioè che non permette a tutti gli
altri metodi di esprimersi, butta molta oscurità sulla vita di Gesù: per alcuni esegeti
non sappiamo quasi nulla su Gesù. Invece, lui ritiene un fondamento storico sufficiente
per descrivere la vita di Gesù e partendo da qui, poi, con la fede in Gesù scopre
tesori e ricchezze grandi della figura di Gesù, Figlio di Dio.