2007-05-21 14:54:46

Padre Najeem: in atto una persecuzione contro i cristiani in Iraq


In Iraq, sette persone sono state trucidate nella provincia di Diyala, mentre viaggiavano a bordo di un minibus che è stato intercettato ad un posto di blocco da insorti che indossavano le divise delle forze di sicurezza. Lo ha riferito l'emittente tv, al Iraqiya, secondo cui i corpi sono stati ritrovati sulla strada per Baquba, accanto ai rottami del minibus, che è stato dato alle fiamme. Ritrovati, intanto, in varie zone di Baghdad 24 cadaveri con evidenti segni di tortura. Si tratta, con tutta probabilità, di vittime delle violenze interconfessionali. In questo scenario, la situazione dei cristiani in Iraq è sempre più drammatica: sabato, è stato rapito padre Nawzat Hanna, parroco caldeo del quartiere Baladiyat della capitale irachena. Ma la crisi è generale. Ai nostri microfoni, padre Philip Najeem, visitatore apostolico per i fedeli Caldei in Europa, intervistato da Massimiliano Menichetti: RealAudioMP3

R. – C’è una persecuzione contro tutti i cristiani che stanno in Iraq e che si trovano dunque costretti ad una sorta di forzata immigrazione dalle zone di Baghdad: sono centinaia e centinaia di famiglie cristiane in fuga. Le Chiese adesso hanno aperto le porte, così come le scuole affinché queste famiglie possano trovare rifugio e dormire, ed affinché possano trovare sostegno nelle chiese locali. La situazione è molto difficile. E’ una situazione di sofferenza, di martirio e di testimonianza della nostra fede cristiana: questa è la nostra terra, siamo nati qui, siamo cresciuti qui e moriremo qui.

 
D. – Sabato il rapimento di un altro sacerdote caldeo…

 
R. – I sacerdoti sono proprio coloro che danno la loro vita per tutto il popolo iracheno: non distinguono tra musulmani e cristiani, ma cercano di aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno. Mentre questo sacerdote faceva il suo dovere pastorale è stato rapito ed ora chiedono una somma veramente elevata al Patriarcato, ma il Patriarcato attualmente non può certo offrirla. Questi rapimenti non sono responsabilità del popolo iracheno, ma di forze oscure venute dall’estero, incoraggiate da qualcuno, che non vuole un processo di pace ed un futuro migliore per l’Iraq e per gli iracheni.

 
D. – Un’altra notizia allarmante è che in alcuni casi i cristiani sono costretti a pagare o ad andarsene per continuare a professare la propria fede...

 
R. – Sì, li stanno infatti costringendo a diventare musulmani. Se non diventano musulmani devono pagare una somma di denaro ogni mese. Sono gruppi di integralisti che hanno applicato questa norma ai cristiani ed i cristiani hanno dovuto lasciare la zona ed immigrare altrove. Questa è l’attuale situazione dei nostri cristiani in Iraq.

 
D. – Lei ha più volte ribadito che la situazione dei cristiani è grave. Come è grave la situazione di molti iracheni…

 R. – I cristiani fanno parte del popolo iracheno e soffrono come soffre tutto il popolo iracheno e quindi sia i cristiani che i musulmani. Queste forze oscure che entrano nel Paese vogliono creare disagi, vogliono complicare la vita di tutta la popolazione irachena, vogliono impedire un futuro di pace in Iraq. Vogliono impedire lo stesso processo di democratizzazione irachena. Qui non viene rispettata neanche la dignità umana di ciascuna persona irachena. Serve la preghiera e serve che la Comunità internazionale attui la sua responsabilità verso questo popolo, che soffre ogni giorno, sia esso musulmano, sia esso cristiano.







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