2007-05-17 14:28:22

Capi dicastero intervengono alla terza giornata di lavori della V Conferenza di Aparecida


La terza giornata dei lavori della V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano e caraibico, in corso ad Aparecida, in Brasile, è stata scandita dagli interventi di alcuni capi dicastero direttamente coinvolti nella pastorale latinoamericana e, al tempo stesso, per definire alcuni meccanismi organizzativi che serviranno, da sabato prossimo, per il lavoro delle Commissioni che esamineranno il documento di lavoro. I vescovi hanno quindi approvato l'impianto generale del Documento finale, il “Messaggio al Popolo di Dio”, e hanno scelto gli otto membri della Commissione episcopale che sotto la presidenza dell'arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, dovranno redigere il testo che riassumerà gli orientamenti pastorali per la Chiesa in America Latina e nei Caraibi. Il documento dovrà essere elaborato a partire delle riflessioni che impegneranno i presuli fino al 31 maggio. Sono stati ugualmente scelti i cinque membri della Commissione per le comunicazioni, in pratica, per i rapporti con la stampa, che sarà guidata dall’arcivescovo boliviano di Santa Cruz, il cardinale Julio Terrazas Sandoval. Nel suo intervento, il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, in riferimento ai recenti cambiamenti politici nella regione dopo la fine delle dittature militari, ha ricordato che i nuovi ordinamenti “sono tuttora fragili nella maggioranza dei Paesi, esposti costantemente a derive ideologiche sia populisti sia neoliberali, con classi dirigenti che godono di bassa credibilità e con alti indici di corruzione”. “Manca ancora una leadership solida – ha aggiunto – capace di aggregare la fiducia cittadina nelle istituzioni publiche”. Da parte sua, il presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, il cardinale Paul Poupard, ha toccato la questione della “valanga mediatica e la mentalità virtuale” che, a suo avviso, “generarono confusione, disorientamento e uniformità culturale anche fra le comunità indigene e afroamericane”. Occorre perciò – ha spiegato il porporato – “una pastorale che vada dalla famiglia alla parrocchia per identificare e proporre nuovi orizzonti e nuovi linguaggi”, per aiutare ai latinoamericani a costruire autentica “nuova cultura audiovisiva”, incentrata sul valore e la dignità della persona. Ricordando “le enormi sfide, inedite, mai viste in passato”, che derivano “da una mentalità contraria, appunto, alla famiglia e alla vita”, il cardinale Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha offerto ai partecipanti un sussidio del suo dicastero che contiene tutte le legislazioni dell'America Latina e dei Caraibi in questa delicata materia. Il porporato ha manifestato la sua perplessità di fronte alla “trasformazione di governi e parlamenti” che, talvolta, “in nome della non discriminazione, vorrebbero introdurre nuovi falsi diritti”. Infine, il cardinale Darío Castrillón Hoyos, prefetto emerito della Congregazione per il Clero, ha voluto soffermarsi sul lavoro della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, istituita nel 1988 da Giovanni Paolo II, per seguire le diverse problematiche dei sacerdoti e dei fedeli che, dopo un primo momento di sostegno all’azione dell'arcivescovo Marcel Lefebvre, sono tornate alla comunità ecclesiale. In concreto, oltre a fare riferimento all’odierna situazione nel mondo in relazione ai cosiddetti “fedeli tradizionalisti”, il porporato ha parlato dell'unica situazione di questo tipo in America Latina, “Campos”, rientrata quasi cinque anni fa con i suoi 50 sacerdoti, seminariste, religiose e oltre 25 mila fedeli. Grande rilievo ha avuto anche l'intervento di mons. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici e ciò perché – va ricordato – in America Latina opera il 90% dei missionari laici della Chiesa universale. “Conosciamo quanto sia importante la forte capillarità e generosità del laicato latinoamericano”, ha detto mons. Rylko prima di introdurre quelle che a suo avviso, nel contesto del magistero di Benedetto XVI, possono essere presentate come priorità per il lavoro pastorale con i laici. Prima, mettere sempre al centro come orientamento irrinunciabile la questione di Dio. Secondo, fare di ogni laico un testimone, un educatore e un comunicatore della bellezza di essere cristiani. Infine, ricordare sempre che senza un’“identità profonda e solida di persone e di popoli non è possibile costruire nulla di buono”, poiché senza radici sacramentali non si può essere “discepoli e missionari”. (A cura di Luis Balilla) RealAudioMP3







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