2007-05-15 15:22:04

La crisi afgana rischia di far precipitare la situazione in Pakistan


Sempre più tesa la situazione in Pakistan. Dopo le violenze dei giorni scorsi, che hanno causato una quarantina di morti al confine con l’Afghanistan, questa mattina un nuovo duro colpo. Almeno 25 persone hanno perso la vita nell'esplosione di una bomba in un albergo della città di Peshawar, frequentato da cittadini afgani. Già nei mesi scorsi la città al confine con l’Afghanistan è stata scenario di numerosi attentati, messi a punto dai miliziani islamici per protestare contro l'alleanza del presidente pachistano Pervez Musharraf con gli Stati Uniti sul fronte della lotta al terrorismo. Ma con le tensioni dei giorni scorsi, la situazione tra i due Paesi non rischia di precipitare pericolosamente? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Francesca Marino, direttore della rivista “Stringer Asia”, dedicata al subcontinente indiano: RealAudioMP3


R. - Tra i due Paesi, senz’altro. Ma quello che è più preoccupante è che rischia di precipitare la situazione in Pakistan.

D. - Quali sono i motivi alla base di questo contenzioso?

R. - Il presidente Karzai accusa il Pakistan di finanziare e di sostenere i talebani. C’è stato, tra l’altro, anche un Rapporto del Ministero degli esteri britannico - un rapporto non formale - in cui si diceva che molto probabilmente sono i Servizi segreti pakistani a finanziare i talebani e si chiedeva addirittura lo scioglimento dell’ISI, l’Inter Service Intelligence del Pakistan. Tra i due Paesi, tra l’altro, c’è anche un contenzioso di confini, ora peggiorato dal fatto che ultimamente il presidente Musharraf sta rinforzando le difese, mettendo praticamente il filo spinato alla frontiera, rendendo quindi un confine provvisorio come definitivo.

D. - L’Afghanistan ha condannato lo sconfinamento anche delle truppe pakistane. C’è, secondo te, il pericolo di conseguenze destabilizzante per l’intera regione?

R. - Sì, certamente. Anche se le truppe pakistane sconfinano da anni e soprattutto lasciano sconfinare i talebani. Certo che il pericolo c’è, ma c’è ormai da mesi.







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