2007-05-12 14:59:17

La pace comincia dai piccoli luoghi vicini a casa: così la presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Mary Ann Glendon, intervenuta ad una Tavola rotonda nel Palazzo di Vetro a New York


“La religione nella società contemporanea” è il tema di un Tavola Rotonda organizzata nel Palazzo di Vetro a New York, nell’ambito del Forum organizzato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite su “Le civiltà e la sfida della pace: ostacoli e opportunità”. Tra gli interventi quello di Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e docente di diritto presso la “Harvard University”. Come promuovere una cultura di mutuo rispetto e di tolleranza nelle società contemporanee”? Da questo interrogativo è partita l’analisi del prof.ssa Glendon. “In teoria - ha premesso - i movimenti accelerati delle persone e delle idee nel mondo di oggi dovrebbero promuovere la cooperazione piuttosto che il conflitto, la mutua comprensione piuttosto che il reciproco sospetto”. Allora bisogna “cogliere le opportunità disponibili e ridurre l’incidenza di incomprensioni, tensioni e violenze”. Ma non si può nascondere che “il dialogo interculturale incontra enormi ostacoli” e che oggi appare dimenticato il cammino che portò nel 1848 alla Dichiarazione universale sui diritti umani, “prodotto di una indimenticabile collaborazione multiculturale”, nonostante ”divisioni” e distanze tra popoli e religioni tanto diverse. Riguardo l’importante ruolo delle religioni per riprendere tale cammino, la presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali ha raccomandato di “motivare i loro seguaci ad incontrare gli altri sul piano della ragione e del mutuo rispetto, rimanendo nello stesso tempo fedeli a se stessi e al proprio credo”. Questa, per la prof.ssa Glendon, è la sfida principale che le religioni devono raccogliere, partendo dalla consapevolezza che tutti gli “sforzi a livello locale” sono “decisivi”, poiché “le comunità religiose hanno un grande potenziale per aiutare a curare le ferite, a costruire ponti ed a mettere insieme al bando gli estremisti che vorrebbero manipolare la religione per alimentare l’odio e la violenza”. Da un lato – ha sottolineato la rappresentante della Santa Sede - “le religioni sono state strumentalizzate per scopi politici”, dall’altro gli “ostacoli” vengono non solo da “incomprensioni tra una fede e l’altra”, ma anche da “uno scarso fondamento nella propria fede”. Un “compito cruciale per i leader e gli educatori” è dunque di “trovare le risorse all’interno della propria tradizione per promuovere il rispetto e la tolleranza”. Infine una particolare raccomandazione ai giovani chiamati ad “andare oltre la semplice tolleranza”, cominciando dai “piccoli luoghi” come la scuola, il vicinato, i posti di lavoro, dove comincia il rispetto dei diritti umani. (A cura di Roberta Gisotti)







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