La pace comincia dai piccoli luoghi vicini a casa: così la presidente della Pontificia
Accademia delle Scienze Sociali, Mary Ann Glendon, intervenuta ad una Tavola rotonda
nel Palazzo di Vetro a New York
“La religione nella società contemporanea” è il tema di un Tavola Rotonda organizzata
nel Palazzo di Vetro a New York, nell’ambito del Forum organizzato dall’Assemblea
generale delle Nazioni Unite su “Le civiltà e la sfida della pace: ostacoli e opportunità”.
Tra gli interventi quello di Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia
delle Scienze Sociali e docente di diritto presso la “Harvard University”. Come promuovere
una cultura di mutuo rispetto e di tolleranza nelle società contemporanee”? Da questo
interrogativo è partita l’analisi del prof.ssa Glendon. “In teoria - ha premesso -
i movimenti accelerati delle persone e delle idee nel mondo di oggi dovrebbero promuovere
la cooperazione piuttosto che il conflitto, la mutua comprensione piuttosto che il
reciproco sospetto”. Allora bisogna “cogliere le opportunità disponibili e ridurre
l’incidenza di incomprensioni, tensioni e violenze”. Ma non si può nascondere che
“il dialogo interculturale incontra enormi ostacoli” e che oggi appare dimenticato
il cammino che portò nel 1848 alla Dichiarazione universale sui diritti umani, “prodotto
di una indimenticabile collaborazione multiculturale”, nonostante ”divisioni” e distanze
tra popoli e religioni tanto diverse. Riguardo l’importante ruolo delle religioni
per riprendere tale cammino, la presidente della Pontificia Accademia delle Scienze
Sociali ha raccomandato di “motivare i loro seguaci ad incontrare gli altri sul piano
della ragione e del mutuo rispetto, rimanendo nello stesso tempo fedeli a se stessi
e al proprio credo”. Questa, per la prof.ssa Glendon, è la sfida principale che le
religioni devono raccogliere, partendo dalla consapevolezza che tutti gli “sforzi
a livello locale” sono “decisivi”, poiché “le comunità religiose hanno un grande potenziale
per aiutare a curare le ferite, a costruire ponti ed a mettere insieme al bando gli
estremisti che vorrebbero manipolare la religione per alimentare l’odio e la violenza”.
Da un lato – ha sottolineato la rappresentante della Santa Sede - “le religioni
sono state strumentalizzate per scopi politici”, dall’altro gli “ostacoli” vengono
non solo da “incomprensioni tra una fede e l’altra”, ma anche da “uno scarso fondamento
nella propria fede”. Un “compito cruciale per i leader e gli educatori” è dunque
di “trovare le risorse all’interno della propria tradizione per promuovere il rispetto
e la tolleranza”. Infine una particolare raccomandazione ai giovani chiamati ad “andare
oltre la semplice tolleranza”, cominciando dai “piccoli luoghi” come la scuola, il
vicinato, i posti di lavoro, dove comincia il rispetto dei diritti umani. (A cura
diRoberta Gisotti)