2007-05-11 14:17:39

La crescita economica non deve portare a maggiori consumi: così mons. Celestino Migliore in sede ONU


Energia, sicurezza, clima e povertà: quattro incognite sul futuro dell’umanità. Se ne discute in questi giorni nel Palazzo di Vetro a New York, dove è riunita la Commissione ONU per lo sviluppo sostenibile. Tra i relatori l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede, che ha richiamato tutte le delegazioni degli Stati alla “massima flessibilità” nel collaborare per tradurre in azioni gli impegni sottoscritti nell’agenda del Millennio. Il servizio di Roberta Gisotti: RealAudioMP3


 Cambiamenti climatici e politiche energetiche, lotta alla povertà e strategie di sicurezza: questioni senza dubbio interdipendenti tanto più se consideriamo – ha osservato l’arcivescovo Migliore – che “la Terra è la nostra comune eredità ed abbiamo una grave ed ampia responsabilità verso noi stessi e le future generazioni per le azioni che dobbiamo prendere qui”. “La complessità di promuovere lo sviluppo sostenibile è evidente a tutti”, ha sottolineato il presule, ma “ci sono comunque certi principi di fondo che possono indirizzare la ricerca verso adeguate e durevoli soluzioni. L’umanità deve prendere sempre più coscienza dei legami tra ecologia naturale, o rispetto per la natura, ed ecologia umana”. “L’esperienza mostra – ha aggiunto - che la negligenza per l’ambiente danneggia l’umana coesistenza”, mentre si evidenzia “che c’è un collegamento positivo da fare tra pace e creazione e pace tra Nazioni.”
Ha ricordato il rappresentante della Santa Sede che non molto tempo addietro il Consiglio di Sicurezza ha discusso le relazioni tra energia, sicurezza e clima. E mentre nessuno ha concordato nel dibattito, “noi siamo già testimoni – ha deprecato l’arcivescovo Migliore - delle battaglie per il controllo delle risorse strategiche come il petrolio o l’acqua dolce”, sempre più scarse. Ha citato quindi i casi di crescita economica riducendo il consumo di energia. Tali successi – ha detto – aprono la speranza perché “i nostri correnti modelli economici non sempre ci obblighino ad usare più e più energia per crescere. Crescita economica non deve significare più grande consumo”. “I rimedi – ha affermato – non sono al di là della nostra ingegnosità, ma dovremmo stare attenti a non scegliere un cammino che peggiori le cose”, specie per i poveri. "Non possiamo semplicemente reinventare il mondo moderno - ha concluso il presule - ma è oramai tempo di usare la tecnologia e l’educazione per promuovere universalmente lo sviluppo sostenibile prima che sia troppo tardi.”







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