Benedetto XVI è partito per il Brasile, suo sesto viaggio apostolico extra-italiano:
al centro della visita l’inaugurazione della V Conferenza generale dell’Episcopato
dell’America Latina e dei Caraibi ad Aparecida domenica 13 maggio. L’aereo papale,
un Boeing 777 dell’Alitalia, è decollato dall’aeroporto di Fiumicino alle 9.08. L’arrivo
del Papa è previsto per le 16.30 a San Paolo: saranno le 21.30 in Italia. Dopo la
cerimonia di benvenuto, all’aeroporto Guarulhos, con il discorso del Papa e l’indirizzo
d’omaggio del presidente Lula, il Pontefice si recherà al monastero Sao Bento. Qui,
in serata, il Santo Padre si affaccerà dalla loggia dello storico edificio nel cuore
della metropoli paulista per salutare e benedire la folla di fedeli. Sulle emozioni
e speranze che accompagnano questo viaggio del Papa in Brasile, il servizio del nostro
inviato a San Paolo, Alessandro Gisotti: Il popolo brasiliano
getta il cuore oltre l’ostacolo delle difficoltà quotidiane e si appresta ad accogliere
con gioia Benedetto XVI. I giornali raccontano la storia di persone semplici, spesso
di umili origini, che vivono con emozione e un pizzico d’orgoglio l’avvenimento tanto
atteso. Un uomo di 79 anni sta percorrendo a piedi 260 chilometri per andare ad Aparecida,
dove il Papa celebrerà la grande Messa di domenica 13 maggio. Un anziano lustrascarpe
di 75 anni, che da mezzo secolo lavora davanti al monastero Sao Bento dove alloggerà
il Papa, sogna di poter lustrare le scarpe al Santo Padre. Grande risalto sui media
viene riservato all’incontro con i giovani allo stadio Pacaembu di San Paolo e alla
Messa per la canonizzazione di Frei Galvao.
I quotidiani
offrono servizi speciali e veri e propri vademecum per seguire passo dopo passo la
visita pastorale di Papa Benedetto. Numerosi i commenti e le interviste che si soffermano
sulle sfide più urgenti per la Chiesa del Paese con più cattolici al mondo, dalla
famiglia alla difesa della vita, dalla povertà al fenomeno delle sette. Dal canto
suo, la Conferenza episcopale brasiliana – riunita in questi giorni a Itaici nello
Stato di San Paolo – ha messo a punto un documento di larga diffusione sui fondamenti
della fede, dal significativo titolo “Io sono cattolico”. Con la visita del Papa cresce
anche l’interesse per le opere del teologo Joseph Ratzinger, che vengono pubblicizzate
sulle pagine dei giornali. Non mancano poi le notizie sugli aspetti logistici di un
avvenimento che, per 5 giorni, monopolizzerà l’attenzione dei brasiliani e dei cittadini
di San Paolo in particolare.
A garantire la sicurezza
del Papa e il regolare svolgimento della visita saranno impegnati 3 mila soldati e
5 mila poliziotti. Dieci anni dopo l’ultimo viaggio di Giovanni Paolo II in Brasile,
Benedetto XVI troverà una realtà sociale dai due volti. Un Paese che conosce un rinnovato
sviluppo economico, ma nel quale la diseguaglianza sociale è ancora una piaga da sanare.
San Paolo, con i suoi 20 milioni di abitanti, è lo specchio del Brasile di oggi. Una
metropoli dove i grattacieli si alternano alle favelas, dove la nuova ricchezza convive
con la vecchia povertà. Una città dunque anche visivamente divisa, ma che si ritrova
unita nell’abbraccio al Santo Padre, nell’intonare ad una voce Bem-Vindo Papa Bento,
Benvenuto Papa Benedetto. Da San Paolo, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana
Il
momento culminante della visita apostolica del Papa in Brasile sarà, il 13 maggio,
la presenza del Santo Padre alla sessione inaugurale della Conferenza Generale dell’episcopato
latino-americano e caraibico. Ma che cosa si attende la Chiesa locale dall’incontro
con il Pontefice? Geremie Brossard, della nostra redazione francese, lo ha chiesto
al cardinale Claudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero. Ascoltiamo:
l
Vangelo è la risposta alle grandi sfide di oggi, aveva raccomandato Benedetto XVI,
nel gennaio scorso, rivolto alla Pontificia Commissione per l’America Latina. Un’esortazione
che chiama, in particolare i presuli latinoamericani, ad un rinnovato impegno di evangelizzazione,
come sottolinea il rev. José Tola, officiale della Pontificia Commissione per l’America
Latina, intervistato da Alessando Gisotti: R.
- Io credo che tutti i vescovi latinoamericani siano molto consapevoli che l’unico
cammino per rendere la società umana più giusta, più riconciliata, sia quello di proporre
il Vangelo in modo esplicito. La Parola di Cristo concentra il nostro sguardo su quello
che è essenziale e non è difficile - di fronte a tante carenze, soprattutto nel continente
latinoamericano dove c’è tanta povertà, tanta ingiustizia - trascurare il fatto che
l’azione della Chiesa perde tutto il suo vigore se non è prima di tutto annuncio della
persona di Cristo. Credo che solo con questa premessa si possano affrontare con coraggio
e con una speranza solida tutte le sfide che presenta la vita dell’uomo in questo
tempo.
D. - L’ultima Conferenza generale dell’episcopato
latinoamericano e caraibico si è svolta nel 1992. Com’è cambiato in America Latina
il modo di rapportarsi con la fede in questi 15 anni?
R.
- La fede rimane sempre il patrimonio più importante dell’America Latina. L’America
Latina è un continente che si caratterizza - è stato sempre così - per la sua fede,
per una fede molto viva, per la sua religiosità. Comunque, non si può trascurare il
fatto che negli ultimi 15 anni si sono presentate diverse difficoltà. Per esempio,
è importante vedere che la proporzione dei cattolici è diminuita e ci sono tante altre
difficoltà come la presenza sempre più forte delle sette. Di fronte a tutto questo,
io accennerei a due punti tra i più decisivi del contesto attuale: il primo è quello
della pastorale vocazionale e il secondo aspetto è quello della famiglia. Nella nostra
riunione plenaria di gennaio, il cardinale Grocholewski ha ricordato nel suo intervento
che la famiglia in America Latina ha una grande potenzialità e questa potenzialità
occorre saperla sfruttare al meglio.
D. - Sempre
nel discorso alla Pontificia Commissione per l’America Latina, il Papa ha messo l’accento
sull’urgenza di una nuova evangelizzazione nel continente. Con quale spirito viene
accolto questo invito del Santo Padre?
R. - Direi
che viene accolto prima di tutto con molta speranza e lo spirito è quello di un’evangelizzazione
rinnovata che non è la stessa cosa di una ri-evangelizzazione, perché non si tratta
di una ri-evangelizzazione ma di una nuova creatività nel modo di diffondere il Vangelo,
nel modo di evangelizzare. Il cristianesimo richiede di vivere il Vangelo con radicalità
e per questo sono importantissimi i modelli. Quindi i pastori latinoamericani sanno
che con la loro parola e con la loro testimonianza vitale devono infondere il coraggio
e la forza nel cuore dei cattolici per creare una grande onda di conversione e santità
in tutto il continente.
D. - Cosa può dare ai fedeli
e ai pastori dell’America Latina un evento come la visita di Benedetto XVI in Brasile?
R.
- Può dare più coraggio, può dare più slancio, più forza, più speranza. Penso che
l’America Latina è un continente che ha un amore e un affetto molto particolare per
il Successore di Pietro. L’America Latina è ancora profondamente cattolica. La visita
del Papa servirà a dare maggior vigore e a rafforzare l’identità profonda di questo
continente.