2007-05-09 15:31:13

I vescovi canadesi chiedono il riconoscimento dei bambini non nati come esseri umani a tutti gli effetti


L’Organismo cattolico dei vescovi canadesi per la vita e la famiglia (OCVF) ha lanciato un forte appello perché si riconosca che il bambino non nato è a tutti gli effetti un essere umano sin dal concepimento e venga quindi rivista la legislazione canadese sull’aborto che in 36 anni ha permesso l’uccisione di tre milioni di vite umane. In occasione della 10.ma Marcia per la Vita che si terrà venerdì a Ottawa, all’insegna dello slogan “Il diritto di nascere: una questione di giustizia”, l’OCVF ha pubblicato un messaggio in cui si afferma che “la violenza silenziosa dell’aborto è un’ingiustizia flagrante” che contraddice gli ideali di pace e di rispetto della dignità umana del popolo canadese. Il documento evidenzia come sia “illusorio pensare che i diritti umani di tutti e di ciascuno possano essere rispettati se non si comincia con il rispetto del primo dei diritti fondamentali: quello alla vita riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo”. Per l’OCVF è giunto il momento di estendere le tutele giuridiche previste dalla Carta canadese dei diritti e delle libertà, che quest’anno festeggia il 25° anniversario, anche ai bambini non nati, ai quali le ricerche scientifiche riconoscono oggi le caratteristiche di esseri umani. Si tratta, osserva l’Organismo cattolico dei vescovi canadesi per la vita e la famiglia, di una constatazione di cui si sta convincendo anche l’opinione pubblica canadese. “Considerato il progresso delle conoscenze sullo sviluppo prenatale - rileva il messaggio dell’OCVF - non si può più negare l’evidenza: distruggere un embrione o un feto significa impedire la nascita ad un essere umano unico e insostituibile”. Di qui, l’appello rivolto in primo luogo alle autorità di governo “che hanno un ruolo cruciale in questo ambito”: “I principi fondamentali della giustizia esigono che le nostre leggi riconoscano e promuovano il diritto alla vita dei più vulnerabili, che sono anche il nostro futuro”. (L.Z. – T.C.)







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