“Nel mondo che privilegia l’istante alla durata, occorre sapersi fermare con Dio,
per progredire nella capacità di amare”: così, il cardinale segretario di Stato, Bertone,
ai Gruppi di preghiera di Padre Pio, incontrati a San Giovanni Rotondo
“Accanto al cantiere in espansione della Casa Sollievo della Sofferenza, Padre Pio
voleva che ci fosse anche il grande ‘cantiere’ della preghiera e della carità operosa”:
è quanto ha affermato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che ieri,
a San Giovanni Rotondo, ha presieduto la Santa Messa con i Gruppi di preghiera di
Padre Pio, in occasione del 50.mo dell’ospedale voluto da San Pio da Pietrelcina.
“Soprattutto in quei frangenti in cui alla sofferenza, al di là della fede, non si
riesce a dare alcun senso – ha sottolineato il porporato – bisogna vedere in essa
la possibilità di una partecipazione fruttuosa al sacrificio di Cristo, un aspetto
della dimensione pasquale della vita di ogni battezzato. Senza meravigliarsi o scandalizzarsi
– ha poi precisato – per il fatto che in un mondo scristianizzato questa sublimazione
del dolore riesca difficile per molti”. Per questo, “Padre Pio ha voluto i Gruppi
di Preghiera come sostegno di coloro che si dedicano alla cura dei malati e alla ricerca
scientifica per la soluzione delle malattie”. “Nonostante la diffusa allegria dei
nostri giorni che privilegia l’istante rispetto alla durata – ha aggiunto il cardinale
Bertone – che valorizza di più l’emozione rispetto alla fedeltà, occorre sapersi fermare
con Dio; occorre recuperare il senso vero della disciplina che fa progredire nella
capacità di amare: di amare Dio e il prossimo per Dio”. La preghiera in comune, in
particolare, che caratterizza i Gruppi di preghiera di Padre Pio, “porta in sé quel
supplemento costitutivo della concordia: pregare insieme essendo un cuor solo”. E
la società di oggi – ha concluso il porporato – afflitta da tante divisioni e lacerazioni,
“ha bisogno di una grande quantità di testimoni di pace e concordia!”. (R.M.)