”Servì la Parola, amò la Chiesa”: l’estremo saluto, ieri a Padova, a mons. Luigi
Sartori, grande teologo ed ecumenista scomparso a 83 anni
“Si è qualificato e distinto come servitore della Parola”: così, il vescovo di Padova,
mons. Antonio Mattiazzo, che ieri ha celebrato nella Cattedrale della città le esequie
di mons. Luigi Sartori, tra i più noti teologi ed ecumenisti italiani, studioso appassionato
del Concilio Vaticano II, scomparso nella notte tra il primo e il 2 maggio a 83 anni.
Delle sue condizioni di salute – riferisce il quotidiano Avvenire – si era interessato
lo stesso Benedetto XVI con mons. Mattiazzo la scorsa settimana. Secondo il vescovo
di Padova, mons. Sartori “mise al servizio della teologia le qualità eminenti della
sua intelligenza e della sua fede, la sensibilità e la carità del suo cuore”. “Pur
animato da un permanente senso escatologico” – ha aggiunto il presule – mons. Sartori
ha interpretato la teologia “nella sua dimensione pastorale, e quindi inserita nella
vita e nelle vicende della Chiesa e a servizio della sua missione, attenta ai processi
storici, culturali, sociali, sollecitata dalle problematiche di attualità”. Recependo
la ecclesiologia del Concilio Vaticano II – ha aggiunto mons. Mattiazzo – ha considerato
la Chiesa “come sacramento universale di salvezza, dell’intima unione con Dio e insieme
in dialogo aperto con il mondo contemporaneo e gli uomini del nostro tempo”. Infine,
a partire dal Vaticano II, “ha progressivamente scoperto e abbracciato la dimensione
e la tensione ecumenica della teologia, divenendo uno degli interpreti e degli esponenti
più qualificati e apprezzati del dialogo ecumenico”. Le spoglie di mons. Sartori riposano
da ieri pomeriggio nel cimitero del paese natale, Roana, sull’altopiano di Asiago.
(R.M.)