2007-05-05 15:18:21

Nel Regno Unito, un nuovo test rivela il sesso del nascituro alla sesta settimana di gestazione. Scoppia la polemica: “Non sostituitevi a Dio”


RealAudioMP3 “Non giocate a fare Dio”: è l’invito che alcune associazioni antiabortiste hanno rivolto nel Regno Unito alle coppie in attesa di un figlio, in polemica con il nuovo test che permette di scoprire il sesso del nascituro ad appena sei settimane di gestazione. Il kit si chiama “Pink or Blue” e costa circa 280 euro. La sua accuratezza – sostengono i produttori – è del 98% dopo sei settimane e non dopo le tradizionali 20, quando il sesso si può scoprire tramite un’ecografia. Il funzionamento, concettualmente, è abbastanza semplice e si fonda sull’analisi del DNA nel sangue della madre. Il DNA del feto è infatti presente nel sangue materno a partire dalla sesta settimana: se il laboratorio identifica il cromosoma Y, significa che il bambino sarà maschio. “I genitori sono sempre emozionati dalla gravidanza – ha affermato il direttore della società produttrice, David Nicholson – molti preparano una nuova stanza per il bambino e non vogliono aspettare per scoprire se il figlio è maschio o femmina”. Ma secondo i gruppi contro l’aborto, il test è pericoloso e rischia di indurre alcune coppie, soprattutto quelle di gruppi etnici dove esiste una preferenza per i figli maschi, a decidere di disfarsi del feto perché è “del sesso indesiderato”. Preoccupazione, in particolare, per il Regno Unito, che già registra uno dei tassi più alti di interruzioni di gravidanza in Europa, con circa 185 mila interventi l’anno. “C’è un reale rischio che alcune persone sceglieranno di abortire bambini di un determinato sesso – ha commentato Julia Millington, della Prolife Alliance – Siamo già arrivati al punto che gli ospedali in certe parti del Regno Unito non rivelano più il sesso del nascituro. Se gli ospedali adottano questa politica – ha concluso – è perché esiste un vero problema”. (A cura di Roberta Moretti)







All the contents on this site are copyrighted ©.