Prima assoluta il 5 maggio a San Giovanni Rotondo del musical “Actor Dei” sulla
vita di San Pio da Pietrelcina
Raccontare attraverso musica e immagini la storia e il messaggio di un uomo straordinario,
grande mistico e santo ma vicino alla gente, capace di trasmettere un messaggio attuale,
ricco di forza e speranza. Padre Pio è il protagonista di Actor Dei, il musical
che debutta il 5 maggio a San Giovanni Rotondo in prima mondiale: “attore di Dio”,
ha spiegato mons. Domenico D’Ambrosio, delegato pontificio dell’Opera San Pio, “perché
ha saputo interpretare alla perfezione la parte che Dio, il grande regista, gli ha
assegnato. Una parte difficile, tragica, quel dover essere crocifisso con Cristo e
dover allo stesso tempo tentare di rimanere un povero semplice frate che prega”. Gli
utili dello spettacolo saranno destinati a dotare di nuove e moderne strumentazioni
scientifiche l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”. Il musical ha il sostegno
dei Beni Culturali: il ministro Rutelli ha sottolineato il suo sostegno a questo genere
di spettacolo che unisce teatro, vita dell’uomo e spiritualità. Actor Dei,
per la regia di Giulio Costa, è suddiviso in tre grandi momenti: la giovinezza, la
maturazione spirituale di Padre Pio e la costruzione dell’ospedale Casa Sollievo delle
Sofferenza, e si avvale della supervisione storico critica dei Frati Cappuccini Massimo
Montagano e Luciano Lotti. Ma quali ricerche ci sono dietro questo Musical su Padre
Pio? Arianna Voto lo ha chiesto ad uno degli autori, il compositore Attilio
Fontana:
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(musica)
R.
– Sono andato un po’ a documentarmi: conoscevo Padre Pio tramite mia madre marginalmente.
Ho iniziato un po’ ad affrontarla come una grande sfida, con il desiderio di raccontare
un grande uomo, quindi l’idea di renderlo più umano piuttosto che evidenziare la parte
miracolistica e sensazionalistica del Santo.
D. –
E a questo concorrono tutte le componenti artistiche dell’opera: la musica, in primo
luogo. Musiche popolari, musiche tradizionali, così come il messaggio di Padre Pio
si rivolgeva al popolo. Però, anche il canto gregoriano ...
D.
– Bè, sì, lui era il frate, il Santo – se vuoi – del popolo, delle persone semplici
che noi abbiamo chiamato in una canzone “le anime dei deboli”. In realtà, sì, ci piaceva
l’idea, essendo lui nato in campagna e vissuto e poi morto in Puglia, di cercare di
tirare fuori anche le radici di quest’uomo del Sud, in qualche modo, e raccontarlo
attraverso un popolo del Sud che potesse tramandare dei sapori che appartengono anche
alla nostra cultura: è background culturale, senza dovere andare sempre a cercare
in America o da altre parti ... Quindi, cercare di fare un’opera musical mediterranea
...