Ferma disapprovazione della Chiesa di Città del Messico dopo il via libera alla legge
sull'aborto nel Distretto federale
L'arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera, insieme con
i suoi ausiliari, ha ribadito in un comunicato dello scorso 30 aprile le linee guida
del magistero della Chiesa sull'aborto. Il 24 aprile, l'Assemblea legislativa del
distretto federale della capitale messicana aveva approvato una legge che consente
l'interruzione della gravidanza nelle prime 12 settimane. Il servizio di Luis Badilla:
************
I
presuli esprimono una ferma condanna e sottolineano come questa decisione corroda
gravemente “le basi del diritto e danneggi la convivenza civile ... Non esiste futuro
per una società che osa attaccare la vita dei propri membri più vulnerabili”. “Così
facendo – avvertono i vescovi - non siamo davanti ad un progresso sociale, bensì al
ritorno della legge del più forte”.... “L’essere umano - aggiungono - appartiene a
Dio dal momento del suo concepimento nel grembo materno; dunque, la sua vita è sempre
sacra e inviolabile, anche prima della nascita”. I vescovi si riferiscono, in particolare,
al documento della Congregazione per la dottrina della Fede “Donum vitae” e ribadiscono
che si deve riconoscere “il diritto di ogni essere umano alla vita”. Nel comunicato
si cita anche l’enciclica “Evangelium vitae” di Giovanni Paolo II che afferma: “Nessuna
circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un
atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla Legge di Dio, scritta nel
cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa”
(1995). I presuli esortano quindi “tutte le persone di retta coscienza a non diventare
responsabili di un atto così abominevole”. E ricordano “ai medici, alle infermiere
e a coloro che in applicazione di questa legge iniqua potrebbero essere coinvolti,
che possono far valere il diritto all’obiezione di coscienza”. Il documento rivolge,
infine, un accorato invito a tutti gli operatori pastorali ad essere il più possibile
vicini alle donne che hanno avuto una gravidanza non prevista ricordando loro che
l’aborto mette seriamente a repentaglio non solo la salute fisica e psicologica, ma
anche quella morale e spirituale.