Il mondo della cultura è in lutto per la morte del violoncellista russo Mstislav
Rostropovich
La Russia e il mondo della musica piangono la morte di Mstislav Rostropovich, uno
dei maggiori violoncellisti del Ventesimo secolo, spentosi oggi all’età di 80 anni.
Il grande musicista russo pagò di persona la sua difesa della libertà d'espressione
nel regime sovietico. Il servizio di Marco Di Battista:
**********
Un
grande musicista, violoncellista e direttore d’orchestra. Soprattutto un grand’uomo,
un esempio di impegno sociale. Mstislav Rostropovich è scomparso oggi all’età di 80
anni. Indimenticabili il suono del suo violoncello del 1711 e le magistrali interpretazioni,
e anche la sua testimonianza a favore della libertà di espressione.
Rostropovich
era nato a Baku, in Azerbaijan, il 27 marzo del 1927. I genitori furono i suoi primi
maestri. Enfant prodige, a sedici anni lo troviamo tra i più bravi del Conservatorio
di Mosca, dove frequenta corsi di pianoforte e violoncello, ma anche di composizione
e direzione d’orchestra. Nel 1950 ottiene il Premio Stalin, praticamente il massimo
per un musicista d’oltre cortina. Cinque anni dopo Rostropovich sposa il soprano
Galina Vishnevskaja, stella del Bolshoi. E’ uno dei momenti più importanti della sua
vita. Inizia infatti uno splendido sodalizio che porterà i due a condividere tutto:
l’amore per la musica, ma anche gioie e dolori quotidiani. La sua attività artistica
è intensissima. Suona con strumentisti eccezionali come Sviatoslav Richter ed Emil
Gilels. Il suo violoncello incanta anche i compositori suoi contemporanei. Nella lista
delle collaborazioni basti citare Shostakovic, il più amato, Aram Khachaturian, Sergej
Prokofiev, Benjamin Britten, Leonard Bernstein, Krzysztof Penderecki.
Negli
anni sessanta esordisce con successo come direttore d’orchestra. La sua grandezza
di interprete è fermata però dall’amicizia con il dissidente Alexander Soljenitsin.
Per il suo impegno politico a favore della libertà di espressione viene esiliato nel
1974. Dopo quattro mesi di stenti tiene un concerto proprio qui a Roma. Come ha confidato
in un’intervista concessa nel 2006 alla nostra emittente, di quei giorni Rostropovich
ricordava soprattutto l’incontro con Papa Paolo VI.
Dopo
il crollo del muro, Mstislav fu riabilitato e festeggiato a Mosca e San Pietroburgo.
Il 17 agosto del 1996 con la moglie istituì la Fondazione Vishnevskaya-Rostropovich
con lo scopo di migliorare la salute dei bambini nella Federazione Russa e
negli stati dell’ex Unione Sovietica.
Addio a Rostropovich.
Molti lo ricorderanno nel 1989, con il violoncello sopra il muro di Berlino, cadente.
Suonò le suite di Bach. Prima quelle in maggiore, per testimoniare tutta la propria
felicità, poi qualcuna in minore, per ricordare i caduti che tentarono invano di attraversarlo.
Poi smise di suonare e, come lui stesso ha raccontato, si mise a piangere.