Insieme possiamo contribuire alla pace e all’armonia nel mondo: così il cardinale
Paul Poupard nel suo messaggio d’auguri ai buddisti per la festa di Vesakh
“Auspico che insieme possiamo continuare a contribuire alla pace e all’armonia nelle
nostre società e nel mondo”: con queste parole il presidente del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso, il cardinale Paul Poupard, si è rivolto alle comunità
buddiste rivolgendo i suoi auguri per la festa più importante per i buddisti - quella
di Vesakh - che ricorda la nascita, il risveglio spirituale e il trapasso del Buddha.
Vesakh è il secondo mese del calendario lunare buddista ed ha inizio tra il 14 aprile
e il 14 maggio. La festa del Vesakh cade nel 15° giorno di questo mese, ed è, pertanto,
una ricorrenza mobile rispetto al calendario gregoriano. “Noi, cattolici e buddisti,
intratteniamo buone relazioni ed i nostri contatti, collaborazione e realizzazione
di diversi programmi ci hanno aiutato ad approfondire la nostra conoscenza reciproca
- scrive il porporato nel suo messaggio ai buddisti di tutto il mondo - il dialogo
è il cammino sicuro per avere fruttuose relazioni interreligiose, poiché approfondisce
il rispetto e alimenta il desiderio di vivere in armonia con gli altri”. Il cardinale
Poupard sottolinea che “costruire una comunità richiede gesti concreti che riflettano
il rispetto per la dignità degli altri”. “Vi sono persone che hanno ancora bisogno
di imparare qualcosa sugli altri e sulle loro credenze, per superare pregiudizi ed
incomprensioni – prosegue il porporato – questa triste realtà, se vuol essere superata,
richiede molto impegno da parte dei leader sia civili che religiosi. Anche in luoghi
dove la gente fa quotidianamente esperienza dei danni provocati dalla guerra, alimentati
da sentimenti di odio e di vendetta, si può restaurare la fiducia”. Per il cardinale
Poupard insieme è possibile “aiutare a creare gli spazi e le opportunità perché le
persone possano parlare, ascoltare, condividere il dispiacere ed offrire perdono gli
uni gli altri per gli errori del passato. L’Educazione alla pace è una responsabilità
che deve essere sostenuta da tutti i settori della società”.