2007-04-25 11:53:10

All'udienza generale, Benedetto XVI parla dell'innovazione teologica di Origene alessandrino e invoca maggiore attenzione e sicurezza per le strade


E’ la coerenza di vita con una Parola che non “invecchia mai”, quella di Dio, che rende la Chiesa nuova e giovane in ogni epoca. Nelle sue catechesi del mercoledì, dedicate da qualche settimana ai Padri apostolici, Benedetto XVI ha approfondito questa mattina, davanti ai circa 25 mila fedeli presenti in Piazza San Pietro, gli insegnamenti di Origene alessandrino, vissuto nel terzo secolo dopo Cristo e definito un brillante e rivoluzionario pensatore della Chiesa antica. Il Papa ha poi concluso l’udienza invocando, in sintonia con l’iniziativa dell’ONU, un maggior rispetto del Codice di sicurezza stradale. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

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La Sacra Scrittura compresa non solo nella lettera ma anche nello spirito, in quell’unico, incessante dinamismo che permette di “progredire nella conoscenza di Dio”. Per il pensiero cristiano, Origene alessandrino segna un punto di non ritorno. E’ grazie ai suoi studi, alla sua immensa produzione - 320 libri, 310 omelie secondo un computo di San Girolamo - che al pensiero cristiano viene impressa una “svolta irreversibile”. Benedetto XVI ha parlato con grande ammirazione della genialità di questo fondatore della ricerca teologica, che insegnò a lungo per poi morire in seguito alle crudeli torture inflittegli durante la persecuzione di Decio. Fu “un vero maestro”, ha detto di lui, celebrandone la “novità” che divenne per i futuri dottori della Chiesa una “lezione” da cui non poter più prescindere. Ma in cosa consisté questa svolta:

"Essa corrisponde in sostanza alla fondazione della teologia nella spiegazione delle Scritture. Far teologia era per lui essenzialmente spiegare, comprendere la Scrittura; o potremmo anche dire che la sua teologia è la perfetta perfetta simbiosi tra teologia ed esegesi. In verità, la sigla propria della dottrina origeniana sembra risiedere appunto nell’incessante invito a passare dalla lettera allo spirito delle Scritture, per progredire nella conoscenza di Dio".

Origene è un biblista completo, che convoglia nello studio dei testi sacri tutta la sua preparazione filosofica, esegetica, filologica. Celebre resta di lui, ha spiegato Benedetto XVI, la suddivisione in sei colonne sinottiche del testo biblico, che riportano i vari brani in ebraico e in diverse traduzioni in greco. Il frutto di questo sforzo si traduce nell’altrettanto celebre “triplice lettura” della Bibbia, che ne permette una comprensione ben più alta della mera lettura letterale:
 
"C'è il senso 'letterale', ma esso nasconde profondità che non appaiono in un primo momento; la seconda dimensione è il senso 'morale': che cosa dobbiamo fare vivendo la parola; e infine il senso 'spirituale', cioè l'unità della Scrittura, che in tutto il suo sviluppo parla di Cristo. E’ lo Spirito Santo che ci fa capire il contenuto cristologico e così l'unità della Scrittura nella sua diversità".

Anche il teologo Joseph Ratzinger ha imparato la “lezione” di Origene, ovvero la sua lettura multidimensionale della Bibbia che in questo modo, ha riconosciuto, riesce “a promuovere efficacemente la ‘lettura cristiana’ dell’Antico Testamento” non disgiunta dal Nuovo. Benedetto XVI lo ha detto quasi come una confidenza poco dopo:

"Sarebbe interessante mostrare questo. Un po' ho tentato, nel mio libro 'Gesù di Nazaret', di mostrare nella situazione di oggi queste molteplici dimensioni della Parola, della Sacra Scrittura, che prima deve essere rispettata proprio nel senso storico. Ma questo senso ci trascende verso Cristo, nella luce dello Spirito Santo, e ci mostra la via, come vivere".

Ecco dunque spiegata, ha terminato il Papa, l’importanza di “questo grande maestro nella fede”:

"Egli ci ricorda con intimo trasporto che, nella lettura orante della Scrittura e nel coerente impegno della vita, la Chiesa sempre si rinnova e ringiovanisce. La Parola di Dio, che non invecchia mai, né mai si esaurisce, è mezzo privilegiato a tale scopo. E’ infatti la Parola di Dio che, per opera dello Spirito Santo, ci guida sempre di nuovo alla verità tutta intera. E preghiamo il Signore che ci dia oggi pensatori, teologi, esegeti che trovano questa multidimensionalità, questa attualità permanente della Sacra Scrittura, la sua novità per oggi. Preghiamo che il Signore ci aiuti a leggere in modo orante la Sacra Scrittura, a nutrirci realmente del vero pane della vita, della sua Parola".


(applausi)

Al termine dell’udienza, Benedetto XVI ha salutato, fra gli altri, i circa duemila pellegrini del Triveneto, giunti a Roma in coincidenza con la visita ad Limina dei loro vescovi. Nel giorno della festa di San Marco, patrono di Venezia, il Papa li ha invitati a restare “fedeli” alle loro “feconde tradizioni cristiane che - ha detto - hanno ispirato e dato vita a significative opere di carità” e, inoltre, ad incoraggiare i giovani a seguire il Vangelo e a far “sentire loro che anche oggi vale la pena di consacrarsi totalmente al Signore nella vita sacerdotale e religiosa. Infine, unendosi idealmente alla campagna di sensibilizzazione delle Nazioni Unite, che hanno dedicato la settimana in corso al tema della sicurezza stradale, Benedetto XVI ha rivolto questo appello:

“Rivolgo una parola di incoraggiamento alle Istituzioni pubbliche che si adoperano per mantenere le arterie stradali sicure e salvaguardare la vita umana con strumenti idonei; a quanti si dedicano alla ricerca di nuove tecnologie e strategie per ridurre i troppi incidenti sulle strade di tutto il mondo. E mentre invito a pregare per le vittime, per i feriti e le loro famiglie, auspico che un consapevole senso di responsabilità verso il prossimo induca gli automobilisti, specie i giovani, alla prudenza e a un maggior rispetto del codice della strada”.

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